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Juventus-Napoli 2-1 6/4/75





La pagina del Mattino dedicata al match scudetto


Campionato 1974-75, 6 aprile 1975: al Comunale di Torino è di scena il match decisivo per l'aggiudicazione dello scudetto. Per la prima volta nella sua storia, il Napoli a solo cinque giornate dal termine del campionato, si gioca lo scudetto in un incontro.
Si tratta del grande Napoli di Vinicio, l'undici azzurro che probabilmente ha espresso il miglior gioco di squadra in tutta la storia della società partenopea. Il Napoli gioca un calcio innovativo, alla olandese: ad eccezione delle due rocce difensive, Bruscolotti e Burgnich (al loro confronto, i nostri attuali difensori appaiono come delle educate e gentili ragazze da marito...), tutti gli altri giocatori partecipano al gioco di squadra: ne risulta un calcio spettacolare, senza punti di riferimento per gli avversari, con tanti tanti goal segnati un po' da tutti: finanche Braglia, ala sinistra capace di segnare i goal più difficili per poi sbagliare tiri a porta vuota, supererà a fine campionato i dieci goal.
La domenica precedente la Juve ha perso il derby con il Toro, il Napoli ha battuto il Milan: sono solo due, ormai, i punti che dividono le due squadre.
Il Napoli arriva preparatissimo allo scontro diretto: c'è anche da vendicare l'onta dell'orribile sconfitta dell'andata, Napoli-Juventus 2-6, c'è la convinzione di essere più forti e la volontà di non deludere i circa ventimila tifosi al seguito.
La partita scorre tranquilla nel primo tempo, sino ad un'improvvisa fiammata della Juve: segna Causio!
Nel secondo tempo scende in campo il vero Napoli di Vinicio: incomincia l'assedio alla porta difesa dal grande ex, Zoff; il portierone, caso più unico che raro di giocatore napoletano trasferitosi alla Juventus senza perdere la stima dei tifosi azzurri, para tutto.
Finalmente capitan Juliano piazza la botta vincente sulla quale Zoff non può nulla. Siamo al ventesimo del secondo tempo, i ventimila sono pazzi di gioia, il Comunale per poco non crolla, come per poco non crollano, complici le radioline, le tribune dell'Ippodromo di Agnano, dove in contemporanea si sta correndo il Gran Premio.
A quel punto, con il pareggio, giudicando con il senno di poi, per l'aggiudicazione del titolo sarebbe stato necessario lo spareggio.
Ma cosa poteva ordinare il condottiero Vinicio dalla panchina? Carica! E carica fu, come poi accadde sullo stesso campo in quel radioso pomeriggio del novembre 1986, quando sull'1-1 Lui guidò il Napoli alla vittoria. La partita diventa un tiro al bersaglio; si ricorda, in particolare, una delle più sensazionali parate che Zoff abbia mai fatto, su una nuova staffilata del suo vecchio amico Juliano. Ma non riusciamo a segnare.
A cinque minuti dal termine, per temporeggiare e rallentare l'arrembaggio del Napoli, la Juve opera una sostituzione: entra in campo Altafini, conosciuto e soprannominato come "coniglio", accompagnato da una salva di fischi dei ventimila napoletani (Altafini rappresenta il caso opposto a quello di Zoff: andato via da Napoli, è stato sempre, a dir poco, odiato dalla tifoseria azzurra). All'ottantottesimo corner per la Juve, il nostro portiere (sigh!) Carmignani smanetta la palla, Cuccureddu tira, palo e rimbalzo in una zona ampiamente defilata: qui si era andato a sistemare Altafini, probabilmente per risparmiarsi pericolosi contatti fisici al centro dell'area di rigore: tocco di piatto e addio sogni di gloria, Juve 2 Napoli 1. Fu in quell'occasione che Altafini , conquistò il nuovo e napoletanissimo soprannome di "Core 'ngrato".
Che dire: la Juve vincerà lo scudetto con due punti di vantaggio sul Napoli, quindi, collezionando, a meno degli scontri diretti, due punti in meno del Napoli! Come ci ha dichiarato Bruscolotti, quella partita, a portieri invertiti, sarebbe stata vinta dal Napoli.
Di sicuro con i se e con i ma non si vincono gli scudetti; il Napoli non era ancora maturo, non era ancora arrivato Lui!




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