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Napoli-Juventus 2-6 15/12/1974




Come il Mattino commentò la disfatta azzurra

Campionato 1974-75, il secondo dell'era Vinicio. Dopo un primo campionato di "assaggio", il Napoli de O'Lione parte forte per lottare per lo scudetto.

Quello degli azzurri sarà un campionato eccezionale, caratterizzato probabilmente dal più bel gioco di squadra mai visto a Napoli, gioco ottenuto con una squadra, tutto sommato, dotata solo di alcuni grandi campioni e da tanti ottimi comprimari.

Il Napoli gioca all'olandese: a parte un paio di marcatori fissi, i giocatori si muovono per tutto il campo non dando riferimenti agli avversari: le goleade si succederanno per tutta l'annata, consentendo anche ad ottimi giocatori, ma non di certo definibili come grandi goleador, di concludere l'anno, come si dice oggi, con un tabellino "a due cifre": ricordiamo Braglia e Massa.

Si frappone, tra il Napoli e lo scudetto, la solita Juventus. Il campionato si decide negli scontri diretti: la Juve, infatti, conquisterà lo scudetto superando il Napoli di due soli punti e vincendo entrambi i match, a Napoli e a Torino.

Le due partite ebbero svolgimenti decisamente diversi; in questa pagina ricordiamo la partita dell'andata.

Siamo nel dicembre del 1974, la Juventus si presenta al San Paolo con un solo punto di vantaggio sugli azzurri. E' l'occasione buona per superare la Vecchia Signora!

Purtroppo fu un disastro, apparentemente incomprensibile. Il Napoli perse con il punteggio tennistico di 2-6! Fu il trionfo del calcio all'italiana contro il calcio all'olandese e, soprattutto, fu il trionfo del contropiede contro una difesa schierata a zona.

Damiani e Altafini trafissero continuamente in velocità la mal disposta difesa azzurra. Dopo 40 minuti il Napoli era già sotto di tre goal.

A nulla valse l'eccezionale partita di "Gringo" Clerici, autore di due goal (un altro lo sbagliò dal dischetto).

 

In effetti una spiegazione di questa strana ed inattesa disfatta esiste!

Il Napoli di quell'anno è impegnato in Coppa Uefa. Dopo aver superato i primi due turni, deve affrontare il Banik Ostrava. La prima partita al San Paolo va malissimo, il Napoli perde per 2-0. Il ritorno è previsto per l'11/12, quattro giorni prima del super-match con la Juve.

Un qualsiasi allenatore, in considerazione del risultato dell'andata, avrebbe probabilmente schierato in Cecoslovacchia una squadra zeppa di riserve, o, comunque, avrebbe dato disposizione di non dar luogo ad un impegno eccessivo. Un altro allenatore, ma non O'Lione!

Squadra titolare, a meno dell'indisponibile Clerici, con l'ordine di attaccare e combattere alla morte dal primo minuto!

Purtroppo si verificarono due eventi:

1)il campo pesantissimo, una vera e propria risaia;

2)un goal del Napoli ad inizio partita.

Il Napoli di Vinicio vide possibile la qualificazione e attaccò per tutti i 90 minuti, nel fango di quella risaia, non riuscendo a raddoppiare e facendosi anche raggiungere a pochi minuti dalla fine (risultato finale, pertanto, 1-1).

Lo sforzo fu immenso.

Ma accadde anche dell'altro, come ci ha raccontato Bruscolotti: "Il viaggio del ritorno durò due giorni. Dormimmo una notte sulle poltrone di un aeroporto ed arrivammo a Napoli solo il venerdì".

Gli azzurri pagarono questi eventi sfortunati nella partita contro la Juve: le gambe erano troppo legnose per poter applicare correttamente la tattica del fuorigioco!

L'unico titolare che non aveva giocato in Cecoslovacchia, Clerici, guarda caso, disputò invece un partitone, mettendo da solo in scacco costante la difesa bianconera.

Incredibile a dirsi, a dispetto del risultato ignominioso, il pubblico (non stiamo qui a ricordare l'indegno "tiro al bersaglio" al segnalinee della zona distinti) apprezzò molto la squadra ed il suo coraggio; ricorda ancora Giuseppe Bruscolotti: "Che soddisfazione fu per noi uscrire tra gli applausi pur avendo preso sei goal!".

Cosa sarebbe successo senza quella maledetta partita in Cecoslovacchia? Ma si sa, con il senno di poi...!

La verità è una sola: il momento e Lui non erano ancora giunti!




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