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I mestieri del passato

(prima parte)




Vi proponiamo una simpaticissima trattazione di Giulio Mendozza sugli antichi mestieri. L'autore arriva a descriverne circa ottanta. Ve li proporremo tutti in "più puntate".



Se un napoletano vissuto cento anni fa ritornasse a vivere nella sua terra, rimarrebbe sbalordito nel non ritrovare più abitudini, tradizioni, feste, folklore, mestieri che non esistono più. Quelli della mia generazione che in parte ricordano dal vivo, in parte hanno sentito parlare da chi queste cose le ha vissute, si esprimono con cognizione di causa. Ad esempio, io ricordo bene mestieri scomparsi come quello di 'a 'mpagliasegge, 'o cconciambrelle, 'o casadduoglio, 'o lattaro, ‘o matarazzaro, 'o stagnaro e tantissimi altri che, via via, elencheremo.
Ma perché tantissimi mestieri non ci sono più? E' facile capire che l'evoluzione dei tempi trasforma, modifica, modernizza.
E a fronte di artigiani che sono stati costretti a chiudere bottega, sono sorte attività nuove, più funzionali, più adeguate, più corrispondenti ai tempi. E quello che oggi diciamo, credo che fra cent'anni si dirà della nostra epoca che sarà considerata antidiluviana. Certamente, da parte di quelli della mia generazione, ricordare un mondo che non c'è più genera nostalgia.
Ma, attenzione, nostalgia non perché non c'è più la "lavannara", ma perché questi ricordi sono legati alla fanciullezza, alla gioventù che da tanto tempo sono passate ed a quegli affetti che sono ad esse collegati e che non possono che generare rimpianti.
Nella toponomastica cittadina, io dico per fortuna, sono rimasti diversi nomi di strade, vicoli, vicoletti, fondaci, che ricordano antichi mestieri. Di fronte a nomi di vari Carneade, forse  è meglio ricordare qualcosa che fa parte della storia della città e conserva un profumo d'antico.
In base ai miei ricordi ho messo sulla carta una parte di strade o stradine dove si svolgevano mestieri. Ecco, dunque, un elenco, forse non esaustivo, ma almeno ampiamente indicativo:
Via dei Bottari
Via dei Tinellari
Via Carrozzieri
Vico Scassacocchi
Via dei Candelari
S.Giorgio ai Mannesi e Crocelle ai Mannesi
Carminiello ai Mannesi
Via Alabardieri
Vico Carrette
Via dei Casciari al Pendino
Via Casciari alla Loggia
Vico Azzimatori (cimatori di panni con le forbici)
Vico Figurari
Vicoletto Cordari
Via Conceria
Vico Scoppettieri
Via Chiavettieri al Pendino
Via Chiavettieri al Porto
Via Giubbonari
Via Zecca dei panni
Borgo Marinari
Vico Panettieri
Via S.Biagio ai Taffettanari
Via degli Spadari
Via Vicinale Spadari
Via S.Biagio '~ei Librai
Vico Scopari
Vico Tessitori
Via dei Tornieri
Via Ventaglieri
Via dei Guantai ad Orsolone
Via dei Guantai a Nazareth
Via Guantai Nuovi
Vico Tronari
Via Arte della lana
Via Ferri vecchi
Vico Zappari
Vico Ferze al Lavinaio
Salita Vetriera
Vico Zabatteria (si facevano ciabatte)
Vicoletto Chianche
Vico Canestrari
Fondaco Cernitori (cernevano carbonelle dai carboni)
Vico Barrettari o Parrettari
Vico Impagliafiaschi
Vico Lammatari (fabbricavano coltelli)
Via Lanzieri (fabbricanti di lance)
Via Grande Orefici, traverse ecc.
Cupa Orefici allo Scudillo
Vico tarallari


Ed ora passiamo agli antichi mestieri:

 

L'AFFITTATORE  era il noleggiatore di cavalli. Se ne trovavano verso la Marina.

 

L'AMMAZZAPIECURE  faceva un mestiere certamente non gratificante. Egli girava per le case nel periodo pasquale con gancio e coltello, per ammazzare, “’o pecuriello" che ogni famiglia comprava per devozione …, lo cresceva, nutrendolo al meglio, per servirsene, poi, come piatto principe, per il pranzo pasquale. Spesso , quando arrivava l'ammazzapiecure, succedevano nelle famiglie tragedie greche… . I bambini, che frattanto si erano affezionati al pacifico e docile animale che, da parte sua, li guardava con occhi teneri e, direi, imploranti, perché io credo che gli animali sentano l'avvicinarsi della morte violenta, piangevano e si disperavano perché 'o pecuriello non venisse ammazzato. Era semplicemente uno strazio.

 

L’ARRAGANATORE era il tintore di panni, che usava l'arganetta, una pianta colorante.

 

L'AMMOLAFUORBICE era l'arrotino che spingeva un carrettino che recava la mola per affilare le lame.

L'ACCHIAPPACANE liberava le strade dai cani randagi, pericolosi per la rabbia o per l'echinococco che potevano trasmettere. Lanciava una specie di lazzo che si stringeva intorno all'animale che agevolmente poteva essere acchiappato.

L’ARRIFFATORE offriva, a chi acquistava un numero, ogni ben di Dio che mostrava in una capace cesta. Quando aveva venduto in giro i novanta numeri, ne estraeva uno dal "panariello". Il possessore si accaparrava quanto offerto nella riffa (dallo spagnolo rifa).

 

L'ACQUAVITARO era un ambulante che d'inverno vendeva acquavite, mentre d'estate vendeva acqua fredda.

L'ACQUAIUOLO AMBULANTE vendeva acqua fredda  con succo di limone o arancia o col senso di anice.

L'ACQUAIUOLO FISSO, che spesso era una procace acquaiola, aveva un chiosco dove versava nei bicchieri l'acqua di MUMMARA, cioè l'acqua "zuffregna" del Chiatamone che veniva raccolta in capaci recipienti di coccio e veniva servita con una punta di bicarbonato. In una bella canzone antica, il prorompente seno dell'acquaiola, giocando sui doppi sensi, veniva accostato alle mummare ... .Inoltre, l'acquaiuolo vendeva l'acqua di Telese che piaceva tanto ad alcuni, mentre ad altri dava l'impressione di bere uova marce.



(clicca per la seconda parte)

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