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La banda degli onesti

 

La banda degli onesti è un film del 1956, un anno d'oro per la produzione cinematografica di Totò!
In quell'anno, infatti, Totò fu protagonista di ben quattro film di grandissimo successo: La banda degli onesti; Totò, Peppino e la Malafemmina; Totò, Peppino e i fuorilegge e Totò lascia o raddoppia.
Potremmo dire che in quel fortunato 1956 Totò e Peppino abbiano raggiunto il massimo frutto della loro collaborazione.
La banda degli onesti è un film di grandissima comicità; la trama è discreta, l'idea alla base della sceneggiatura originale.
La storia ricorda un po' la filosofia di Totò; il principe vedeva il mondo diviso in due categorie, gli uomini e i caporali. I primi erano costretti a subire le angherie dei secondi: caporali di giornata, superiori sul lavoro, potenti. Nella banda degli onesti abbiamo invece una suddivisione tra uomini onesti e imbroglioni; questi ultimi sono rappresentati dal famigerato ragionier Casoria.

 

 

 

Gli argomenti trattati

 

Il Cast del film La banda degli onesti

Una delle locandine del film La banda degli onesti Una delle locandine del film La banda degli onesti




Totò
Peppino De Filippo
Giacomo Furia
Nando Bruni
Gabriele Tinti
Memmo Carotenuto
Mariangela Giordano







La Regia del film La banda degli onesti


La regia del film La banda degli onesti è affidata a Camillo Mastrocinque. Il Morandini parla di 'regia sommaria e trafelata' .


La trama del film La banda degli onesti

Immagine del film la banda degli onesti: la stampa della prima banconota. La carta igienica di Totò non manca mai. Ecco la stampa della prima banconota della Banda degli onesti. La carta igienica di Totò non manca mai.


Il portiere di un condominio, Antonio Bonocore, e due condomini, il tipografo Lo Turco e il pittore Cardone, vivono un momento di grosse difficoltà economiche.
Decidono pertanto di sfruttare la possibilità di utilizzare clichè e carta filigranata originali del Poligrafico dello Stato, materiale di cui è venuto in possesso per caso Antonio Bonocore, per stampare un po' di banconote da 10.000 lire e risolvere così i propri problemi finanziari.
Le cose sembrano a un certo punto precipitare e i tre temono di stare per essere arrestati dalla Finanza.
Fortunatamente le Fiamme Gialle sono sulle tracce di ben altri falsari!
La storia si conclude con i tre "compari" che confessano di non avere spacciato alcuna banconota.
La chiosa di Totò : "Come banda di falsari siamo la schifezza...".


Il tormentone Lo Turco



Peppino De Filippo interpreta ne La banda degli onesti la parte del tipografo Lo Turco. Ebbene Totò, ovverosia il portiere Antonio Bonocore, non pronuncia mai correttamente il cognome Lo Turco; ecco come Totò lo storpia ripetutamente:
  1. Lo Turzo
  2. Lo Curto
  3. Turchesi
  4. Lo Tripoli
  5. Lo Struzzo
  6. Lo Stronzo
  7. Gianturco
  8. Turchetti
  9. Turco

Mi ricorda il Pinturicchio

I tre falsari della Banda degli onesti fanno conoscenza Ecco i tre falsari della Banda degli onesti che fanno conoscenza


Bonocore, il "capo" della Banda degli onesti, propone a Lo Turco un "artista" come esperto in colori per la stampa delle banconote; lo porta quindi dal "pittore"; si tratta dell'imbianchno Cardone (Giacomo Furia), impegnato a completare la scritta "Cannoli alla siciliana" della insegna di un negozio.

Lo Turco: "Quello è il pittore? ".
Bonocore: "Signor Lo Struzzo, ma chi vogliamo pigliare, Picasso? Vogliamo De Chirico? Vogliamo far resuscitare Raffaello? ".
Lo Turco: "Quello è un mezzo imbianchino! ".

Si avvicinano, Bonocore prensenta Lo Turco a Cardone.

Lo Turco: "C'è un certo rilievo... ".
Bonocore: "C'è uno stile, una personalità, io sono un profano, non ne capisco, ma a me ricorda un tantinello il Pinturicchio! ".
Lo Turco: "Della prima maniera ".
Bonocore: "Perchè questa maniera qua... ".
Lo Turco: "...è l'ultima! ".

Siete d'accordo? Siamo d'accordo! Le ragioni per tirarsi indietro o agire



In una scena di grandissima comicità della Banda degli onesti, i nostri tre falsari discutono se dar luogo o meno al loro piano criminoso. A turno i tre assumono ciascuno il ruolo di chi spinge all'azione o, viceversa, il ruolo di chi si tira indietro.

Ricordiamo le principali motivazioni ad agire:

Totò: "Noi non spacciamo moneta falsa; ecco, casomai, noi tutt'al più siamo una succursale, in francese si direbbe una dipendance; quando a un esercente capita un nostro biglietto tra le mani, lo guarda e fa -questa è una banconota della dipendance, sì, sì, è buona, dagli il resto- e ci paga.".


Giacomo Furia: "Ripensandoci bene, in fondo in fondo, nei confronti della legge noi siamo a posto; anche la carta è autentica; tutt'al più può essere definito come un reato a responsabilità limitata. E che ci fanno?",

Le motivazioni per tirarsi indietro:

Giacomo Furia: "Noi facciamo peccato! Peccato mortale!".


Peppino: "Non dimentichiamoci io chi sono. Sono un tipografo!".

 

Totò: "Io modestamente nella media borghesia italiana occupo una società! Io ho una portineria bene avviata, con gli inquilini che vanno e vengono e quindi a Pasqua, Natale e Ferragosto mi danno la mancia, soldi, al mio onomastico fiori, candele, etcetera!".

 


 


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