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Il re di Poggioreale





Il Re di Poggioreale, al secolo Giuseppe Navarra, è un personaggio divenuto celebre nella Napoli degli anni della seconda guerra mondiale e di quelli immediatamente successivi; le sue avventure hanno ispirato servizi giornalistici, racconti ed, addirittura, sceneggiature cinematografiche. Ce ne parla una persona che lo ha conosciuto durante il periodo bellico; si tratta del dott. Mario Bevilacqua, classe 1921, una memoria d'acciaio, ricca di tanti e preziosi ricordi.

"Ho conosciuto il Re di Poggioreale durante la seconda guerra mondiale: ero alle dipendenze della Ditta Ottieri, la stessa che successivamente negli '50 avrebbe edificato tanti palazzi e palazzoni..., come quello famosissimo di Piazza Mercato. Ottieri aveva ottenuto l'appalto per la gestione delle macerie prodotte dai bombardamenti. Apparirà strano, ma anche i bombardamenti alleati potevano provocare un giro d'affari... . La mia Ditta si avvaleva, in subappalto, dei servigi del Re di Poggioreale, Peppino Navarra: il suo compito era quello di selezionare tra le macerie il legno e trasportarlo, con dei carri trainati da cavalli, nei suoi depositi a Poggioreale. A volte, con il legno, veniva portato via, per errore..., anche un materiale molto più prezioso, il ferro.
Siamo in un periodo in cui le autorità erano latenti; è facile immaginare come questa attività potesse essere gestita in maniera lucrosa. Io avevo spesso contatti con il sig. Navarra: una persona gentilissima, un uomo fisicamente molto robusto e atletico: tra l'altro, da giovane, aveva fatto per parecchi anni il palombaro.
A fianco di un Re non poteva poi mancare la figura della Regina: la moglie del sig. Navarra. Si trattava di una donna molto forte e decisa alla quale il Re aveva delegato molte incombenze; tra queste, quella di ricevere i tanti che venivano a chiedere aiuto e sostegno al Re di Poggioreale. Sembrerebbe che la Regina accettasse di buon grado le tante relazioni che il consorte avrebbe intrattenuto con generose ragazze dell'epoca.


L'auto del re di PoggiorealeL'auto del Re di Poggioreale

Un momento tragico nella vita di Navarra fu la perdita del figlio durante un bombardamento; da allora andò sempre vestito di nero. Nera era anche la sua potente auto, ma con una caratteristica che la rendeva unica: sulla carrozzeria vi erano delle scritte che indicavano chiaramente chi fosse il proprietario del mezzo."

L'episodio che ha reso famoso il Re di Poggioreale è quello relativo al recupero del Tesoro di San Gennaro; durante la guerra il Tesoro era stato trasportato in Vaticano per sottrarlo ai rischi del conflitto. A guerra terminata, si pose il problema di riportare il Tesoro a Napoli. Siamo nel 1947, e nonostante la guerra fosse finita da ben due anni e che nel Paese vi fossero organi deputati alla Pubblica Sicurezza, non vi era nessuno che si volesse assumere l'onere del suo trasporto: troppi i rischi, soprattutto per la presenza nella zona di Fondi e di Itri di bande di delinquenti armati sino ai denti.
Si propose per l'operazione il Re di Poggioreale, che ottenne l'autorizzazione e la benedizione dal Cardinale di Napoli, Ascalesi. Arrivò in Vaticano, dopo aver dovuto attraversare il Volturno in piena; una volta caricato a bordo della sua auto il Tesoro di San Gennaro, partì per il pericolosissimo viaggio di ritorno. Non si sa molto di questo viaggio: si sa che durò parecchi giorni per cercare di evitare le zone più pericolose; sembrerebbe anche che il Re di Poggioreale abbia anche dovuto utilizzare le armi per farsi strada. Suo unico compagno di viaggio, il novantenne Principe di Colonna. Di certo riuscì a riportare al Cardinale di Napoli l'immenso Tesoro! Celebre la sua frase: "Non voglio nulla per me. Voglio solo baciare il sacro anello.".
Le gesta del Re di Poggioreale sono state celebrate in un racconto di Marotta; nel 1961 le sue storie hanno poi dato spunto al film dedicato alle sue gesta "Il re di Poggioreale", per la regia di Duilio Coletti: il suo personaggio fu interpretato da Ernest Borgnine. Anche la fine del film: "Operazione San Gennaro" con la restituzione, sia pur involontaria, al Cardinale di Napoli del Tesoro trafugato da parte di Dudù, Nino Manfredi, sembrerebbe ispirata al nostro Re di Poggioreale.

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