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La Solfatara



La Fangaia della Solfatara La Fangaia della Solfatara


La  Solfatara è una delle attrattive naturali della nostra Regione più conosciute nel mondo. Lo spettacolo delle fumarole della Solfatara  è veramente unico ed affascinante!


Prima di passare alla trattazione della Solfatara affidata al geologo Dario Leone,  vorremmo ricordare una curiosità: nella Solfatara furono girate alcune scene dl film Totò 47 morto che parla ambientate in un ipotetico Aldilà.





Il Vulcano della Solfatara

Immagine della solfatara La grande fumarola della solfatara
Il Vulcano della Solfatara (il "Forum Vulcani" descritto da Strabone, la “piazza del dio Vulcano”) fa parte dei colli che i Romani chiamavano Leucogei per il colore bianco delle rocce affioranti. Tale zona comprende il cratere, i terreni circostanti e la zona di Pisciarelli menzionata da Plinio il Vecchio come "Fontes Leucogei" per le acque alluminose che vi sgorgano.
In realtà, la Solfatara è solo uno dei tanti coni vulcanici appartenenti alla grande caldera dei Campi Flegrei.

Ricordiamo che i Campi Flegrei sono il vulcano che ha prodotto due tra le maggiori eruzioni conosciute nel mondo e sicuramente le più potenti in Europa.  Il Tufo Grigio Campano e il Tufo Giallo Napoletano sono i prodotti di queste due eruzioni, che ricoprono quasi interamente la Piana Campana fino ad arrivare ad Avellino e Sorrento.

Il Cratere della Solfatara si formò durante un’eruzione avvenuta circa 3.700-3.900 anni fa. Alcune cronache riferiscono di un'eruzione nel 1198, ma oggi si sa che fu probabilmente solo un forte aumento dell’attività fumarolica.

Oggi le prove visibili dell'origine vulcanica della Solfatara sono la presenza di numerose fumarole e della fangaia.
Dalle fumarole della Solfatara si condensano alcuni minerali contenuti nel vapore tra cui lo zolfo (S), il realgar (As S), il cinabro (Hg S) e l’orpimento (As2 S3) che danno una colorazione giallo rossiccio alle rocce circostanti; è inoltre presente l’acido solfidrico (H2S), dal caratteristico odore di uova marce.
Immagine della solfatara Le stufe della solfatara


In epoca romana, dal fango che ricopre il fondo del cratere della Solfatara intorno alle fumarole (che in passato ospitava un lago), si estraeva l’allume. Mentre lo zolfo e gli altri minerali furono cavati durante l’800.
Il Cratere della Solfatara apre ufficialmente al pubblico nell’anno 1900, ma durante il ‘700 e l’800 era già meta obbligata del cosiddetto “Grand Tour”, viaggio d'istruzione per i giovani aristocratici europei, che in Campania comprendeva, oltre alla Solfatara, anche il Vesuvio, Pompei, Ercolano e Paestum.







Le attrazioni del cratere della Solfatara

Tra le maggiori attrazioni del cratere della Solfatara vi sono:
  • La Fangaia della Solfatara: E’ una pozza di acqua piovana mista ad acqua di condensazione dei vapori delle fumarole. La temperatura dell’acqua è in media intorno ai 90°C, e la superficie ribolle a causa dei gas delle fumarole che, dal terreno, attraversano l’acqua per liberarsi nell’aria. Il fango prodotto è ricchissimo di minerali vulcanici e quindi ottimo per usi termali. Sulla superficie sono presenti colonie di batteri resistenti alle condizioni estreme di acidità e temperatura.
  • La Grande Fumarola della Solfatara: E’ la zona dove si concentra la maggior parte delle fumarole all’interno del cratere. La temperatura varia nel tempo ma mediamente è di circa 160 gradi. Sopra la fumarola principale, vengono accatastate numerose pietre dentro un grosso cesto, per permettere ai minerali, presenti nel vapore, di cristallizzare. Per questo motivo le pietre sono ricoperte da una patina che va dal giallo al rosso fuoco, segno della deposizione dello zolfo e del realgar.
  • Il Pozzo dell’acqua minerale: veniva usato sin dal medioevo, ma è soprattutto nell’800 che venne sfruttato sia per la raccolta dell’allume sia per l’attività termale. Queste acque erano considerate miracolose per la cura di ogni tipo di malattia.
  • Le Stufe della Solfatara: sono due piccole grotte artificiali, attorno alle quali successivamente è stato costruito un ingresso in muratura. Erano utilizzate come saune naturali, nelle quali si poteva sostare solo per pochi minuti. La temperatura sotto la volta delle due grotte raggiunge i 60 gradi in una e i 90 nell’altra.

Alcuni esperimenti fattibili nel cratere della Solfatara


Ci sono due piccoli esperimenti che si possono fare all’interno del cratere della Solfatara. Il primo è di provare ad accendere, con un accendino, una fascina di rametti o di carta di giornale, e sbatterla energicamente vicino a una fumarola; si noterà un improvviso aumento dei vapori. Questo fenomeno è dovuto alla condensazione del vapore (altrimenti invisibile) attorno alle micro particelle che la combustione della carta diffonde nell’aria. Il secondo è di provare a far cadere energicamente un grosso masso contro il suolo di alcune zone del cratere; si avvertirà un forte rimbombo, come se subito sotto il terreno ci fosse un’enorme cavità. Questo suono è invece provocato dalle tantissime micro cavità presenti nel terreno e create dalla risalita di gas dal sottosuolo, che fungono da cassa di risonanza.


Il cratere della Solfatara oggi


Oggi il Cratere della Solfatara è inserito nel Parco Regionale dei Campi Flegrei ed è una delle maggiori attrattive naturali e turistiche. E’ di proprietà privata e al suo interno è presente un campeggio ben organizzato e alcuni ristoranti e negozi. E’ un'escursione facilissima, immersa in una splendida macchia mediterranea, di breve durata e con un sentiero ben delimitato da recinzioni con pannelli descrittivi. Ogni napoletano dovrebbe visitarla almeno una volta nella vita.


 

 

(a cura di Dario Leone)

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