Trevico è una cittadina dell'Irpinia con una caratteristica particolare: è il comune piu alto (1094 m.) della Campania.
In altra pagina del sito abbiamo già parlato di Trevico: in Come eravamo poveri abbiamo riportato una testimonianza, tra l'altro, delle problematiche vissute dai cittadini di Vallesaccarda, comune che all'epoca era solo una frazione di Trevico.
Per sapere tutto di Trevico, consigliamo il sito www.trevico.net, sito molto curato e ricco di notizie.
In questa sede vi proponiamo alcuni contributi molto interessanti a cura della signora Mariangela Cioria, una gentilissima signora che di Trevico sa veramente tutto.
Vi consigliamo, in particolare, la nota relativa alle nevriere, ingegnose strutture utilizzate per la produzione del ghiaccio.
Erano luoghi sotterranei molto profondi, costruiti in pietra e malta, usati per ammassare grandi quantità di neve per produrre ghiaccio.
Prima di ammassarvi la neve, veniva preparato il fondo, cioè una piattaforma costituita da tronchi di legno, frasche e ginestre intrecciati.
Ciò per evitare che l’acqua dovuta allo scioglimento della neve, si depositasse sul fondo provocando lo scioglimento rapido della neve. In questo modo, si permetteva al terreno di assorbire l’acqua e inoltre vi era anche uno scolo d’aiuto che andava nei terreni sottostanti.
La neve veniva raccolta in aperta campagna, perché doveva essere molto pulita, dalle donne che la trasportavano a zolle in testa e venivano pagate mezza lira l’ora.
Arrivate alla neviera gettavano la zolla all’interno gridando "uagliò, spost’t’" in quanto qui si trovavano tre o quattro uomini con stivali di gomma ben puliti addetti a pressare il più possibile la neve. Quando la neve era abbondante, si riempiva la neviera in una sola seduta, altrimenti lo si faceva in più giorni. Lo scopo di tutto ciò era quello di formare del ghiaccio da vendere nel periodo estivo, dall’inizio di maggio, in blocchi di circa 50 o 60 kg al prezzo di 5 o 6 lire al quintale.
Questi blocchi venivano tagliati con la sega e inseriti in sacchi di tela che venivano tirati verso l’uscita facendoli scorrere su una scala, per evitare che cominciassero a dondolare.
Il ghiaccio veniva venduto soprattutto ai commercianti che producevano gelati e sorbetti, tra cui si ricordano quelli di Carife e Flumeri, ma anche ai cittadini che lo usavano per curare le malattie e per rinfrescare le bevande.
Se la neviera veniva aperta fuori stagione, il prezzo del ghiaccio aumentava.
I sorbetti venivano preparati al caffè, al marsala e al limone. Il ghiaccio veniva venduto anche ai bambini durante le feste, 12 agosto e 8 settembre, in piccoli cubetti da mezza lira serviti in foglie di felce.
Le neviere a Trevico erano le seguenti: