Pino Ippolito Armino, nel suo bel libro Brigantaggio politico nelle Due Sicilie
, tra gli altri argomenti sviluppati, sottolinea come la Napoli borbonica possa e sia stata giudicata in più di una maniera; l'autore si pone, pertanto, il quesito: "Napoli, paradiso perduto o inferno liberato?". A conferma delle opinioni contrapposte sull'argomento, riporta il pensiero di uno storico napoletano dell'epoca, Giacinto de Sivo e di un politico piemontese ministro di Cavour, Costantino Nigra.
In questa pagina riportiamo le riflessioni di Costantino Nigra. Qui invece le considerazioni di Giacinto de Sivo.
Le storie contemporanee, da Colletta in poi, sono piene
de' biasimi dell'Amministrazione borbonica. Ma nessuna storia
ha potuto svelare tutta quanta la immensa piaga. Fatte le debite
eccezioni, tanto più onorevoli quanto più rare, ben si può dire con
tutta verità, come ogni ramo di pubblica amministrazione fosse
infetto dalla più schifosa corruzione [..] Libertà nessuna, né ai privati
né ai municipii. Piene le carceri e le galere de' più onesti cittadini
commisti a' rei de' più infami delitti. Innumerevoli gli
esiliati. Gl'impieghi concessi al favore o comperati. Gl'impiegati
in numero dieci volte maggiore del bisogno. Gli alti impieghi largamente
pagati, insufficientemente gli stipendi degli altri. Quindi
corruzione e peculato ampiamente e impunemente esercitati [..]
Istruzione elementare nessuna. La secondaria poca e insufficiente.
L'universitaria anche più poca e cattiva. Trascurata più ancora
l'istruzione femminile. Quindi ignoranza estrema nelle classi popolari.
Pochi i mezzi di comunicazione. Non sicure le strade, né
le proprietà, né le vite dei cittadini. Neglette le provincie. Poco
commercio malgrado le risorse immense di paese ricchissimo. Pochissime
le industrie. Perciò aggiunta all'ignoranza la miseria e
la fame [..] Clero immenso, ignorante, salve alcune eccezioni
meno rare nella diocesi di Napoli; sfornito di dignità e della coscienza
del proprio ministero. Bassa superstizione del popolo. La
mendicità esercitata, sotto forme diverse, da tutte le classi dei cittadini,
non escluse le più elevate. Non giornali, non libri. L'esercito corrotto,
non esperto di guerra, privo di fiducia nei capi.