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Napoli Juventus 1-0 1985-86





Campionato 1985-86. E' il secondo campionato di Maradona nel Napoli.
Il primo si è concluso con non poche difficoltà per la squadra. La successiva campagna acquisti è stata particolarmente intelligente: pochi ritocchi ma importanti.

Arrivano Garella tra i pali, Renica nel ruolo di libero, Pecci faro di centrocampo e Giordano in attacco. Saranno tutti protagonisti dell'annata successiva, quella dello scudetto, ad eccezione di Pecci che andrà via alla fine del campionato.

Il Napoli incontra il 3/11/85, alla nona di campionato, la Juventus al San Paolo. Nelle prime otto partite la Juventus ha sempre vinto!

I consueti 90.000 sugli spalti, grande acquazzone e campo pesantissimo.

La partita, pur se dominata dagli azzurri, sta per concludersi sullo 0-0.

C'è un fallo su Bertoni in area di rigore della Juve. Punizione in due. Lui compie uno dei capolavori più memorabili della sua carriera. Ha la porta a circa 14 metri, e la barriera è a meno dei 9 metri regolamentari.

Riesce nell'impresa balistica di calciare in maniera tale che:

1) il pallone sorvola la barriera;

2) una volta superata la barriera, il pallone, come telecomandato, smette di salire per flettere verso la rete nei pochissimi metri che dividono la barriera dalla linea di porta;

3) nell'alzarsi e nello scendere , il pallone comunque "va forte" e non perde velocità;

4) il pallone termina poi la corsa all'incrocio dei pali, nel punto più lontano rispetto al piazzamento del portiere juventino, il povero Tacconi. Si tratta della prima di una lunga serie di dispiaceri che lui darà al portierone juventino nel corso dei successivi cinque anni.

Il commento dello scrittore Maurizio de Giovanni : "Ma devo invece dirti del 3 novembre del 1985, al San Paolo, nona giornata, quando arriva la Juventus che aveva vinto otto partite su otto e Lui, su calcio a due in area defilato sulla destra, con la barriera a meno di cinque metri, mette la palla sotto l'incrocio dei pali; e Tacconi per poco non si rompe la testa sul palo alla sua sinistra. Ecco, quello è stato il momento in cui il popolo azzurro, la gente del San Paolo, ha capito che con quell'Uomo in campo tutto era possibile, anche l'impossibile. Fu allora che nel nostro cuore diventammo Campioni d'Italia.".

 





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