Da qui puoi andare direttamente al contenuto principale

tre foto della campania e logo quicampania
icona per aumentare la dimensione dei caratteriicona per diminuire la dimensione dei caratteri

I Casi sono due


di Armando Curcio



Emanuela Catalano, profonda conoscitrice del mondo artistico e teatrale di Napoli, ci parla in questo articolo della commedia I casi sono due, una delle più importanti opere di Armando Curcio.
Ci proporrà la trama della commedia e, poi, la recensione di uno dei migliori allestimenti de I casi sono due, allestimento realizzato dal grande Carlo Giuffrè a fine 2010.


La trama de I casi sono due



Condotta con i modi della commedia napoletana ottocentesca sul tema dell’agnizione caro al teatro fin da Plauto, Armando Curcio inserisce in questa commedia  risvolti agrodolci, tra malinconia e grasse risate.

I fatti si svolgono su di una scena eguale per tutti e tre gli atti che riproduce, con echi di solennità d’antan, una aristocratica dimora napoletana in bilico tra due secoli.
Il Barone Ottaviano Del Duca e sua moglie Aspasia, soli, ormai anziani, senza eredi, vivono tristemente la loro età. Il Barone somatizza la solitudine mostrando tratti ipocondriaci, Aspasia riversa in coccole eccessive al cane Medoro l’istinto materno frustrato.
In questa situazione il Barone confessa alla moglie l’esistenza di un figlio illegittimo, nato, prima del loro matrimonio, da una fugace relazione con una cantante.
Aspasia prontamente lo perdona, e i due decidono, pressati da una urgenza di affetti, di incaricare una Agenzia Investigativa di rintracciare il figlio sperduto.
Scompare d’improvviso il cane Medoro, gettando in ambasce Aspasia.
Da questo punto la trama di esile commedia degli affetti si impenna su differenti versanti, più improbabili e surreali, più farseschi e decisamente ridanciani.
Il fulcro di questa ridda scoppiettante di gags variegate, assortite, ma mai sovrapposte o devitalizzanti è lui, Vincenzo Esposito, il cuoco/presunto figlio.
Vincenzo Esposito, Goldoni, lo avrebbe definito un Carattere; è brutto e sgradevole nell’aspetto, petulante e borioso nella voce, ignorante nell’esposizione del pensiero, cattivo e anche… mariuolo.
Ma attorno a lui scoppiano i mortaretti delle battute teatrali, dei gesti e dei movimenti, delle pause e dei silenzi; insomma quella summa infinita di particolari che il gran Maestro Eduardo definiva “La magia del teatro”.
Il primo “deragliamento” surreale ce lo fornisce l’Investigatore, figura improbabile e surreale che tiene comportamenti equivoci e, addirittura prende abbagli.
E’ lui che, comunicando alla nobile coppia che l’erede ricercato altri non è che il nuovo cuoco, da poco assunto e già rivelatosi rissoso, maleducato e rozzo, getta per primo la casa nello scompiglio.
Riappare il cane  Medoro trasformatosi però, non si sa come in un barboncino.
Il cuoco passando da dipendente a padrone peggiora gli aspetti più negativi del suo carattere innescando situazioni insostenibili e perigliose in tutti e due i campi.
Quando la vicenda tra padroni e servitori è ormai satura, nuovamente e surrealmente l’investigatore scompiglia le carte, peraltro già arruffate, affermando che, per una omonimia è capitato uno scambio di persone.
Il vero Vincenzo Esposito, generato dagli aristocratici lombi del Barone, è un altro; un giovane privo di intelligenza e di ogni spirito vitale, un babbeo fatto e rifinito!
Infine il cuoco, sentendo che le vicende volgono al peggio, incamera nella sua valigia l’argenteria “di famiglia” e fugge. Il secondo Vincenzo, il babbeo,, stupefatto dai repentini mutamenti, per lui incomprensibili, alla notizia del furto e della fuga del rivale, fugge a sua volta, spaventato dalla gragnuola degli eventi.
Il sipario cala con i due anziani protagonisti tornati soli; la Baronessa passeggia surrealmente sulla scena, col barboncino, novello Medoro, come se nulla fosse accaduto, sotto gli occhi attoniti dell’incredulo marito.



L'allestimento de I casi sono due di Carlo Giuffrè



Il barone Giuffrè e Angela Pagano in I casi sono due Il barone Giuffrè e Angela Pagano in
"I casi sono due"
E nobile Carlo Giuffrè lo è davvero, il titolo se l’è costruito con una storia teatrale lunga una vita pluriottuagenaria e del titolo è stato insignito dagli applausi del pubblico e della critica.
Ora a Firenze, ma in torunée da più di un anno, toccando le più belle platee italiane dal Carcano di Milano alla Pergola di Firenze, partendo da Napoli.
Lo spettacolo, che a Firenze festeggerà il Capodanno 2011 è “I casi sono due”, di Armando Curcio, e compagna in quest’allestimento nei panni della baronessa Aspasia è Angela Pagano, la moglie del barone “Carlo” Ottavio del Duca.
Con questo testo Carlo Giuffrè ha avuto già a che fare, la prima volta nel 1982, poi ancora nel 1992 e ora  questa edizione tra 2010 e 2011.
Federico Fellini fece attempo a vedere l’allestimento del 1982, vide lo spettacolo ben 3 volte, tanto la recitazione gli era piaciuta, ed entusiasta ebbe a riconoscere nel testo e nell’interpretazione “…teatro, quello vero, che funziona sempre come una bella festa tra amici”.
Di quella medesima edizione, Giovanni Raboni, sul milanese “Corriere della Sera”, scrisse: “avrò il coraggio di dire che “I casi sono due” è lo spettacolo più bello della stagione?”.
Questa edizione, ora a Firenze, vede un Carlo Giuffre attore/regista fresco e vitale come sempre, padrone e signore della scena.
La visione di questo spettacolo ci suggerisce uno slogan per il teatro: “ Chi va a teatro campa cent’anni.”. Nella speranza che esso abbia valore tanto per chi a teatro entra della porticina degli attori (e illustri sono gli esempi, Paola Borboni, Salvo Randone, Arnoldo Foà) che per chi entra dall’ingresso ufficiale...
Questa mirabile coppia interpreta sino in fondo l’intento dell’autore che, pur agendo in un solco di teatro napoletano, segue un estro surreale, e questo è il segno della scrittura di Curcio,  che il regista/ attore Giuffrè, da uomo raffinato e intelligente, non perde mai d’occhio.
La scintillante e irresistibile vena surreale si adatta alle voci e ai corpi superando la datazione dei costumi di scena e proponendo il testo in una luce attuale. (Dicembre 2010)

INVIACI UN COMMENTO

Aspettiamo i tuoi suggerimenti, le tue critiche, i tuoi commenti!


SEGNALA AD UN AMICO

Se il sito o un articolo ti sono piaciuti, perchè non dirlo ad un amico?