Ed ora un accenno a lemmi di più ricercata derivazione,
come quelli dal turco.
"CRAVASCIA": frustino, scudiscio: da qyrbac, nervo di bue.
"GHIORDE": contratture delle giunture al collo del piede dei
cavalli. È il tipico doppio nodo dei tappeti orientali, richiamante
il leggendario "nodo gordiano", dall'analogo jorda.
"CERASE":
legate invece alla località persiana di Kèrasa, conquistata
dallo stratega Lucio Licinio Lucullo (che non era solo un
gaudente buongustaio!), dalla quale importò, trapiantandole
sulle pendici del Monte Echia dove risiedeva, le allettanti
ciliegie (rese in napoletano CERASE con la più rigorosa
fedeltà etimologica!)
Per finire, tre singolari lemmi ebraici:
"AVERABBE", desueto
appellativo di una delle oltre ottanta specie napoletane di
"mazzate": si tratta di un'inattesa percossa inferta a tradimento,
alludente al convenzionale ed ipocrita "Ave, Rabbì", con
cui Giuda consentì l'arresto di Cristo nell'orto del Getsemani
(Matteo, 26, 49);
"RACCHIO", ossia stolto, sciocco, villano
(niente in comune, quindi, con la romanesca "racchia", donna
priva di attrattive, ma presuntuosa e supponente). Ne è traccia
nel Vangelo di Matteo (5, 22), in cui Cristo afferma che
"chi dirà al suo fratello racha sarà condannato dal Sinedrio"
"SALAMELECCHE", servile riverenza o devoto ossequio,
originante da shalom aleikè, la pace sia con te.
E con tutti i pazienti lettori!