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Totò e la Fontana di Trevi




Uno dei film di maggiore successo di Totò è il notissimo Totò truffa 62 (per la regia di Camillo Mastrocinque). Il film si articola in una successione di gag, durante le quali Totò, nei panni di un consumato imbroglione, con l'assistenza del suo collaboratore Nino Taranto, porta a termine una lunga serie di truffe ai danni dei personaggi più disparati.

La truffa più famosa è senz'altro quella della vendita della Fontana di Trevi. In questa scena Totò, assistito anche in quest'occasione dal fido Nino Taranto, riesce a vendere il celebre monumento romano ad un ingenuo italo-americano (Ugo D'alessio), il famoso Decio Cavallo - Caciocavallo.

 

Alcune osservazioni, prima di proporre il testo della gag:

  • la scelta da parte degli sceneggiatori del monumento da vendere cadde sulla Fontana di Trevi probabilmente per la fama particolare di cui godeva in quel periodo quel bellissimo monumento: si trattava di una fama tutta cinematografica dovuta alla famosissima scena del bagno nelle sue acque di Anita Ekberg nel capolavoro di Fellini, La dolce vita. Da notare che Nino Taranto, nel cercare di far salire il prezzo di vendita della Fontana di Trevi, fa per l'appunto presente di essere interessato all'acquisto per conto di una casa cinematografica che vi deve girare un film.
  • la storia della scena è ovviamente di natura fantastica, ma fino a un certo punto! Assistendo ad alcune trasmissioni televisive, quali, ad esempio, Mi manda rai tre, si può avere la sensazione che tante persone cadono purtroppo nei tranelli dei truffatori con estrema facilità.
    In questa gag vi sono diversi elementi tipici delle truffe:
    Decio Cavallo, diffidente, controlla sulla guida se lo scultore è svizzero Decio Cavallo, diffidente, controlla sulla guida se lo scultore della Fonta di Trevi sia svizzero
    una prima caratteristica comune a tante situazioni simili è l'iniziale diffidenza del soggetto da truffare (Ugo D'alessio va a controllare sulla sua guida di Roma se è vero che lo scultore della Fontana era uno svizzero, come asseriva Totò; alle sue rimostranze per il fatto che la guida riportava invece il nome di Bernini, si lascia subito giocare da Totò che gli spiega, per l'appunto, che il Bernini era in realta uno svizzero di Berna, di piccola statura);
    un'altra caratteristica è il ruolo fondamentale svolto dalla spalla, compito consistente nel superare un punto morto nello svolgimento della truffa;
    ancora infine la grande psicologia messa in campo dai truffatori e che si articola, in questo caso, nella scelta della vittima (uno straniero, probabilmente non tanto a conoscenza delle cose italiane) e nell'immissione di un elemento di concorrenza per convincere il truffato a fare in fretta: sarà capitato a tutti di sentirsi offrire un affarone, ad esempio un'auto con pochissimi chilometri, da comprare subito perchè altrimenti ci sarebbe un altro pronto a non lasciarsi sfuggire l'occasione.
  • il caso giuridico: può sembrare paradossale, ma la truffa della Fontana di Trevi viene spesso portata ad esempio di una particolare tipologia di vendita: quella in cui il venditore non è il pieno titolare dei diritti di proprietà del bene da vendere. E' una situazione che si verifica molto più spesso di quanto si possa immaginare.

Ecco il testo della scena di Totò e la Fontana di Trevi.

Totò (ha appena scacciato un ragazzino che sta raccogliendo alcune monetine dal fondo della vasca; si rivolge all'americano) : Ma lo sa lei che ci perdo almeno un paio di centinaia di migliaia di lire all'anno con questi ragazzini? Al  sabato quando faccio asciugare la fontana mi mancano sempre 3-4 mila lire.
L'italo-americano: Perché? Il denaro che buttano dentro la fontana è tuo paisà?
Totò: Si capisce! Questa è la famosa Fontana di Trevi, appartiene alla mia famiglia da molte generazioni. Permette? Cavaliere Ufficiale Antonio Trevi.
L'italo-americano: Complimenti, Decio Cavallo!
Totò: Come?
L'italo-americano: Decio Cavallo.
Totò: Aah Aah Avevo capito caciocavallo, eeh eeh.
L'italo-americano: Di' in po' paisà, è un buon bisinis?
Totò: Ottimo! Ottimo! I soldi nella fontana ce li buttano tutti, e poi ogni tanto la fitto alle case cinematografiche, ci girano le pellicole qua.
L'italo-americano: Ok.
Totò: Scusa un momento paisà, scusa un momento, qui bisogna stare con gli occhi aperti.
(Totò va a farsi donare qualche monetina per la Croce Rossa)

L'italo-americano: Che  cosa è?
Totò: Mi sono fatto pagare i  diritti di riproduzione.
L'italo-americano: Quant'è?
Totò: Ogni fotografia cento lire.
L'italo-americano: io ne ho fatto tre!
Totò: Trecento lire!
L'italo-americano: Hai ragione! Tieni paisà, uno, due  e tre.
Totò: Sembra niente! Ma la mia fontana è fotografata un migliaio di volte al giorno. Fatti un po' di conti…paisà
L'italo-americano: Sono circa 160 dollari al giorno. E' proprio un bel bisiniss! Ok. Di' un po', chi l'ha fatta questa fontana?
Totò: Un mio bisnonno, fece venire a posta uno scultore dalla Svizzera.
L'italo-americano: Aspetta paisà, qui dice che è dello scultore Bernini.
Totò: Appunto, siccome veniva da Berna, era piccoletto, lo chiamavano il Bernini
L'italo-americano: Ho capito, di' un po' paisà, ci vuole molto staffe, cioè molti impiegati per mandare avanti la fontana?
Totò: No, no, no! Basta uno: chiude l'acqua, chiude la fontana, piglia i soldi, apre la fontana…
L'italo-americano: Senti io sono italiano oriundo, ho lasciato l'America definitivamente, e mi voglio stabilire in Italia, ma vado alla ricerca di un buon bisiniss.
Totò: E perché non ti compri la fontana mia?
L'italo-americano: E tu te la vendi?
Totò: Eh si, un giorno o l'altro mi devo ritirare, capisci…i dolori reumatici, vicino all'acqua, eh!
L'italo-americano: Allora la compro io! Dimmi un po' paisà, quanto costa la fontana?
Totò: Ma tu pagheresti subito?
L'italo-americano: Certo!
Totò: Con dieci milioni te la cavi.
L'italo-americano: Ok, paisà! Complimenti, domani vieni al consolato americano, ti faccio trovare il contratto pronto e monii! Ok!
Totò: E non mi dai una caparra?
L'italo-americano: Quale caparra?
Totò: E bravo fesso, se nel frattempo viene qualcuno che se la vuole comprare, io che faccio, aspetto a te?
L'italo-americano: E quant'è?
Totò: Mezzo milione!
L'italo-americano: Sono troppi mezzo milione. Ti do centomila lire.
Totò: Ma che sei pazzo? Centomila lire per una massa d'acqua di questa portata! Oh! Ma che in America così si fanno gli affari! Soh!
Nino Taranto (in toscano...): La mi scusi. E' mica lei il famoso cavalier  Trevi, proprietario della famosa fontana omonima?
Totò: Per l'appunto.
Nino Taranto: La mi stia a sentire. Io sono incaricato da una  grande 'asa cinematografica americana, di 'ui non posso fare il nome per ovvie ragioni, la quale dovendo girare un film storico con la fontana dentro, sa come son fatti gli americani, so' spendaccioni, la vorrebbero comprare. Oh,  se lei è d'accordo, io c'ho il mandato in borsa. E che ne dice?
Totò: Scusi, ma lei chi è?

Decio Cavallo vince la concorrenza di Nino Taranto e da cinquecenomila lire di caparra a Totò Decio Cavallo vince la concorrenza di Nino Taranto e da cinquecenomila lire di caparra a Totò
Nino Taranto: Non mi sono presentato?
Totò: No!
Nino Taranto: La mi scusi! Io sono il ragionier Gerolamo Scamorza
Totò: Gerolamo?
Nino Taranto: Scamorza!
Totò: Caro Scamorza, mi dispiace ma io sono già in trattative con quest'altra scamorza.
L'italo-americano: Prego, Decio Cavallo
Totò: Già, Caciocavallo.
L'italo-americano: Sa, di fatto c'ero prima io.
Totò: Sì.
Nino Taranto: Ma il signore parlava di trattative, il che significa che l'affare non l'avete mi'a concluso.
L'italo-americano: No, come non è concluso! Gli stavo dando anche la caparra.
Nino Taranto: Ah si, gli stavi dando la caparra…ma non l'hai data. Io gli do il doppio della tua caparra. Quanto gli davi te?
L'italo-americano: Centomila lire!
Totò: Un momento io non ero mica d'accordo, sai!
Nino Taranto: Non eri d'accordo?
Totò: No!
Nino Taranto: E allora io gliene do dugento.
L'italo-americano: E allora io gliene do trecento.
Nino Taranto: Ei' Si? Stammi a sentire, tu non mi fare ingrullire, sai che faccio, io gli do quattrocentomila lire e l'affare è concluso.
L'italo-americano: E sai io che faccio, gli do cinquecentomila lire e l'affare è concluso. Tieni!
Nino Taranto: E tu che dici te e tu che dici te?
Totò (anche lui in toscano...): Che di'o che di'o? Accetto! Il provolone mi ha dato le cinquecentomila lire, l'affare è fatto! Non si discute più! Arrivederci!
Nino Taranto: Allora l'affare è concluso.  Mi hai fatto arrabbiare, me m'ho ingrullito, hai capito, me m'ho ingrullito.
Totò: A me non importa proprio niente, hai 'apito?
L'italo-americano: Ci vediamo domani al consolato.
Totò: A mezzogiorno.
L'italo-americano: Preciso.
Totò: Aspettami! Non mancare!
L'italo-americano: No!
Totò: Ciao Gorgonzola!
L'italo-americano: Ciao. Statti buono! A domani, good bye!   

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