Da qui puoi andare direttamente al contenuto principale

tre foto della campania e logo quicampania
icona per aumentare la dimensione dei caratteriicona per diminuire la dimensione dei caratteri

Il progetto della raccolta differenziata nel carcere di Secondigliano






Emanuela Catalano ci parla di un progetto in corso di realizzazione presso il carcere di Secondigliano. In calce al suo articolo, una recente nota dell'Adnkronos sullo stato di avanzamento dei lavori.



Il paradosso di Napoli sta anche nell'immondizia, il pattume che l'ha portata nelle cronache quotidiane per aver sfigurato il volto, l'immagine della città.

Ora a Secondigliano un Direttore che non per nulla porta un nome che è veramente un programma, una scelta di vita, Liberato Guerriero, ha usato come Dante il contrappasso, facendo si che l'immondizia si trasformi in veicolo di libertà per i carcerati di Secondigliano.  Creando così un progetto di rieducazione legato alla realtà quotidiana della Napoli che sta oltre le sbarre: un'attività di riciclo di balle di spazzatura da "scegliere", nel quale saranno inseriti, a scopo rieducativo, ben quindici reclusi.

Questo progetto di lavorazione dei rifiuti vide il suo inizio in una conferenza stampa alla quale erano presenti: Franco Ionta, capo dell'amministrazione penitenziaria, Sebastiano Ardita, direttore generale dei detenuti, Tommaso Contestabile, provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria e il direttore già menzionato, Liberato Guerriero.

La "magia" del progetto è coniugarere "cis" e "tra" mantenendo unita la popolazione della città, separata dalle sbarre.
Sembra un progetto raccontato da un trio d'altri tempi: De Sica, Marotta, Zavattini, invece è un'idea vincente di chi seriamente e realmente opera oggi e vive veramente la necesssità prima di ricucire quello strappo dalla quotidianità che è la carcerazione per il detenuto.

L'input è partito nel 2009, lentezze burocratiche  hanno allungato i tempi fino a quando la Regione Campania non ha potuto svolgere, all'interno dell'istituto carcerario di Secondigliano, un corso di formazione professionale.
Avendo aderito al protocollo d'intesa, l'Istituto di Secondigliano ha potuto sottoscrivere una specifica convenzione con la quale è stato concesso l'uso di un terreno di 2500mq all'interno della medesima struttura, da impiegare per l'istallazione di un impianto per la lavorazione dei rifiuti, ottenendo infine l'impegno all'assunzione dei detenuti da parte del locale consorzio per lo smaltimento dei rifiuti.
I soci della "Secondigliano Recuperi" per ora sono quindici, ma destinati ad aumentare tra i detenuti che parteciperanno ai prossimi corsi di formazione professionale della Regione Campania.

Certamente essere allontanato dalla vita quotidiana del "gruppo", di tutti, è la pena per aver "sgarrato" alla legge.
Ma il limite della carcerazione come correzione, è proprio quando questo strappo, al posto che una salutare "tirata di redini", diventa uno "scollo", un distacco definitivo, come una malattia dissociativa della psiche, una depressione che, come una piovra ti avvolge, ti attanaglia trascinandoti in fondo, in un baratro di non ritorno alla vita onesta, avvinghiati al male ancor più di prima.

Il Direttore attuando questo progetto rieducativo ha usato come un collante l'immondizia, che è divenuta un legame, un collegamento, non solo ideale, ma anche vero e tangibile tra dentro e fuori, cioè tra uomo in pena e famiglia, gruppo sociale: onestà.
Il progetto è grande proprio in questo nucleo forte e realistico diinterscambio tra dentro e fuori, tra realtà e desiderio, tra libertà e carcerazione.
Un carcerato, che è privato della sua libertà, può però operare per liberare la sua città, la società e quindi sè stesso e la sua famiglia dall'immondizia che è la condanna di quel territorio.
Quindi  il carcerato, col suo lavoro nel carcere, redimendosi opera anche alla redenzione della sua famiglia, del suo quartiere, di tutta Napoli.
Oltre a gestire i rifiuti interni, la "Secondigliano Recuperi", opererà a pieno titolo sul territorio urbano, cercando di offrire un contributo sostanziale al superamento dell'annoso problema dello smaltimento dei rifiuti a Napoli e offrendo opportunità di lavoro stabili.

E naturalmente gli aspetti positivi si moltiplicano venendo a contatto gli uni con gli altri in un'ideale gara virtuosa che fa onore alla razza umana.

Molti dei detenuti inseriti in questo progetto non avevano mai lavorato, almeno non "onestamente"; pertanto, giunti alla fine del primo mese di lavoro, oltre all'azione edificante del lavoro per se stesso acquisiscono anche una lezione d'educazione civica vedendo non solo il salario, ma anche le buste paga, le trattenute previdenziali e gli assegni familiari, che rendono il loro lavoro non un "progetto" fine a se stesso, ma un lavoro formativo e foriero di una prosecuzione nel futuro oltre le sbarre, nella città libera.

"Il progetto per la lavorazione dei rifiuti all'interno del carcere di Secondigliano- ha dichiarato Francesco Ionta- è un esempio di virtuosa collaborazione e interazione tra carcere e territorio, un'occasione per impiegare i detenuti in attività di grande utilità sociale, offrendo loro la possibilità di acquisire competenze che potranno utilizzare una volta scontata la pena. Il lavoro socialmente  utile è certamente la strada da percorrere e potenziare affinchè il carcere possa  offrire, attraverso il lavoro, un'occasione di reinserimento sociale".

Ancora infine è opportuno osservare quanto sarebbe educativo, per i cittadini tutti della nostra Italia in perenne bancarotta, imparare un mestiere che umilmente insegna veramente a operare  scelte nella vita.

Il lavoro di sballaggio e scomposizione delle balle nelle differenti componenti che, velocemente eseguito, mediante un'attività "utile" può  insegnarci veramente a guardare e a distinguere, ciò che non sembra, ma è buono, da ciò che "pare", ma buono non è.

Una rieducazione tra fare e saper fare e tra essere ed apparire di cui tutti i cittadini del nostro paese, e non solo chi sta nelle carceri, trarrebbero un grande giovamento.



Emanuela Catalano, artemanuela.it


La nota dell'Adnkronos

(Adnkronos) - La raccolta differenziata attuata nel carcere di Secondigliano, a Napoli, e' "un'esperienza importante per il contributo dato alle politiche in difesa dell'ambiente e del territorio, ma soprattutto per quello fornito all'inserimento lavorativo esterno dei detenuti, che hanno la possibilita', dentro il carcere e durante la detenzione, di maturare una esperienza formativa di lavoro che contribuisce a creare un reddito, che li prepara per essere accolti dalla comunita' nel percorso del reinserimento". Lo dichiara l'assessore alle Politiche sociali del Comune di Napoli, Sergio D'Angelo, che ha visitato oggi
(NDR settembte 2011) il penitenziario di Secondigliano con il vicesindaco e assessore all'Ambiente, Tommaso Sodano.
"Questa esperienza virtuosa va dunque estesa ad altri penitenziari cittadini, anche perche' dimostra come il settore sociale e quello dell'ambiente possano compiere un percorso comune e offrire occupazione'', aggiunge D'Angelo. Sodano spiega che ''l'esperienza di Secondigliano e' la dimostrazione che la raccolta differenziata si puo' e si deve fare. E quando la si fa, come in questo caso, con piccoli impianti e il trattamento meccanico manuale, puo' dare anche risposte in termini di opportunita' lavorative. Si puo' raddoppiare la capacita' di questo impianto e vorremmo realizzare, sempre qui nel penitenziario di Secondigliano, anche un impianto di trattamento della frazione umida''.

INVIACI UN COMMENTO

Aspettiamo i tuoi suggerimenti, le tue critiche, i tuoi commenti!


SEGNALA AD UN AMICO

Se il sito o un articolo ti sono piaciuti, perchè non dirlo ad un amico?