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Edgar Degas


Aneddoti di una famiglia Franco-Partenopea


di Emanuela Catalano




A Napoli, in Calata Trinità Maggiore, è esistente ancor oggi un Palazzo nobiliare costruito nel secolo XVI° dalla famiglia Monteleone. Nel tempo, con l’avvicendarsi al potere delle differenti famiglie aristocratiche, il palazzo subì modifiche ampliamenti, abbellimenti e passaggi di proprietà che lo portarono ad assumere l’attuale configurazione ed il nome con cui ancor oggi è censito: Palazzo Monteleone Pignatelli.

Ma una storia più recente, curiosa ed affascinante di queste antiche mura è certo quella che prende avvio a Parigi nel 1793. Proprio il 16 ottobre di quell’anno, uno dei primi dopo la Presa della Bastiglia, dopo l’inizio di quel tremendo ed importante periodo storico genericamente catalogato come “Rivoluzione Francese”. In quel fatidico giorno una carretta trasportava Marie Antoinette, ormai non più regina ma semplice “cittadina” condannata a morte dai rivoluzionari. La città era colma di Citoyens e Tricoteuses, assetati di sangue, nutriti ed esaltati da un odio giustizionalista di una crudeltà inaudita.

Percorreva quelle stesse strade un giovane aristocratico dell’Orleans, originario di Meung: Hilaire Renè De Gas, nato nel 1770 a Orleans, figlio unico di Pierre De Gas o De Guast, o De Gast e di sua moglie Anna Hul, discendeva di una famiglia nobile della linguadoca, descritta ed iscritta nei registri di Montpellier, come cavalieri del prestigioso Ordine degli Orleans, Reali di Francia, come ci dice lo stemma di famiglia dei De Gas con al centro l’istrice degli Orleans, un lignaggio che giunge dal XIII° secolo col predicato “De Bagnolis”. Vedendo il brutale assalto con gesti e parole inaccettabili alla Regina che era condotta alla ghigliottina, Il ventitreenne Hilaire non riesce a far finta di nulla, reagisce firmando la sua condanna al patibolo. Fortunatamente avvertito a tempo di essere atteso a casa dagli uomini del Comitato di Salute Pubblica, abbandona Parigi e scende nel territorio francese in direzione della nostra penisola, si dirige verso il Regno di Napoli dove chiede ospitalità come aristocratico perseguitato politico.

Sistematosi a Napoli si dedica agli affari come agente di cambio e banchiere, tenendosi alla larga dalla politica. La sua abilità negli affari gli permette di acquistare nel corso del decennio 1823/1832, in varie tranche, le quote dell’intero Palazzo Monteleone Pignatelli che pian piano verrà indicato, storpiando, col tempo, il nome francese De Gas in uno più facile da pronunziare “D’ O’ Gasse” più orecchiabile dalla popolazione partenopea.
Dopo aver acqistato il Palazzo Hilaire Renè De Gas sposa la livornese Giovanna Teresa Freppa, queste nozze segnano la conferma della posizione sociale e patrimoniale del banchiere francese nel Regno di Napoli. Dal matrimonio nascono sette figli, quattro maschi e tre femmine che si sposeranno tra la nobiltà partenopea restando a vivere in Italia. Il Figlio maggiore di Hilaire Renè De Gas, nato a Napoli nel 1807, Pierre, Auguste Hyacinthe, sposa Marie Cèlestine Mousson, nata nel 1815 in America, a New Orleans da una famiglia creola, con lei si stabilisce a Parigi e si occupa della filiale francese della banca fondata a Napoli dal padre. Dal matrimonio, celebrato nel 1832, nascono cinque figli, tra Parigi e Napoli: il primogenito, Hilaire Germaine Edgard nasce a Parigi nel 1834.

Questi ricordi di famiglia ce li ha tramandati Paul Valery che li ebbe confidati dall’ormai anziano Hilaire Germaine Edgard, più noto come Edgar Degas, pittore Franco… Partenopeo, di cui, in questo anno 2017 ricorrono i 100 anni dalla morte, avvenuta a Parigi il 27 Novembre del 1917. Occorre rilevare che la napoletanità di Edgar Degas era cosa risaputa nelle cerchie amicali frequentate dal pittore, conosciuta a tal punto che Gauguin sosteneva che Degas proteggesse i pittori italiani, come De Nittis e Zandomeneghi, invece dei “buoni pittori impressionisti francesi”. Quanto alla conoscenza ed all’uso dell’idioma Partenopeo, ne abbiamo diretta testimonianza da alcune riunioni del “Club dei Polentoni”, un’associazione fondata da italiani a Parigi, frequentata dai Fratelli Goncourt e da Emile Zola che ricordano di come in quelle occasioni Degas, solitamente riservato, si scaldava al punto di “cantare canzoni Partenopee”.



Firenze, 20 Marzo 2017


Emanuela Catalano, artemanuela.it


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