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Teano

(di Emanuela Catalano)

L'incontro di Teano L'incontro di Teano


Questa località campana deve la sua notorietà ad un evento storico che avvenne il 26 ottobre del 1860 ma che, attenzione, si perpetua come equivoco storico fin da quella data.
L’incontro di “Teano” tra Re Vittorio Emanuele II di Savoia e Giuseppe Garibaldi, nella realtà dei bivacchi militari e delle marce forzate delle truppe e dei condottieri, sarebbe avvenuto (come testimoniano numerosi documenti dell’epoca: diari, epistole ufficiali e verbali  militari) presso il “Quadrivio della Taverna Catena", località  ancor oggi nota e rintracciabile sul territorio del comune casertano di Vaiano Patenora.
Ciò nonostante la più nota città di Teano ormai accorsata come tappa del processo costitutivo dell' Unità della nostra nazione è luogo degno di  attenzione turistica e pertanto daremo dappresso alcuni ragguagli per quanti volessero, in questi tempi di Anniversari Storici Nazionali, compiere una sorta di pellegrinaggio storico/artistico nonostante la “gaffe” ricordata.

Teano: un po' di storia

Teano ebbe importanza strategica sul territorio  durante lo svolgimento delle ben note guerre sannitiche.
In seguito, in epoca imperiale, la città assunse rilievo essendo la zona circostante ricca di fonti termali, che ne determinarono una crescita economica.
Notevoli sono i resti romani di epoca repubblicana; terme, anfiteatro e, in località Loreto, i resti di un insediamento religioso importante, su terrazzamenti con edifici a porticati risalenti al IV- I sec.a.c..
In epoca Medioevale l’estensione della città abitata è ridimensionata e limitata all’area collinare. La presenza dei Saraceni  a partire già del sec. IX° e poi delle lotte che vedranno l’affermazione dei Normanni sui preesistenti stanziamenti longobardi nei secoli X °e XI° faranno sì che Teano si accrediti come luogo di protezione e raccolta delle popolazioni rurali. I monaci Benedettini sono presenti nel convento di S. Reparata, fin dai primi anni dell’VIII° secolo. Durante la fuga dei Monaci da Montecassino distrutta dai Saraceni nell’833, fu fondato a Teano il Monastero di S. Benedetto dove i monaci depositarono i codici miniati provenienti dall’ Scriptorium di Montecassino e la “Regola”.
Altri monasteri Benedettini sorsero in seguito a Teano, come S. Maria in Intus nell’859 e S. Maria De Foris nel 987.

Teano: i monumenti



La Cattedrale


Tra i numerosi altri monumenti degni di nota della città di Teano vi è senza dubbio la Cattedrale dedicata in origine a S. Terenziano e in seguito reintitolata a S. Clemente. La costruzione ebbe inizio nel XI secolo ad opera del Vescovo Guglielmo, 1050; documenti databili 1113/1116, risalenti al Vescovo Pandulfo, ci fanno pensare ad una ricostruzione della chiesa che potrebbe essere terminata nel 1131.
Fin dall’inizio l’edificio ebbe una struttura basilicale suddivisa da due file di colonne in tre navate.
Dalla locale pro-loco, un'immagine del Presbiterio della Cattedrale Dalla locale pro-loco, un'immagine del Presbiterio della Cattedrale
Nel 1608 fu danneggiato al suo interno da un incendio che distrusse quasi completaente l’Ambone Cosmatesco posto nella fila delle colonne di destra, più precisamente tra la quinta e la sesta. L’Ambone fu ricomposto riutilizzando ciò che era scampato alle fiamme, completandolo con un nuovo parapetto ricavato dalle lastre marmoree di un monumento sepolcrale trecentesco, già presente nella Chiesa, cosicchè oggi la balaustra è adorna dalle immagini dei Santi Vescovi teanesi, Paride, Amasio e Urbano e delle immagini dei santi patroni della città, San Terenziano e Santa Reparata.
L’Ambone Cosmatesco è attualmente, dopo il restauro post- bellico, riposizionato nel punto originario della navata destra, su colonne tortili, due delle quali poggiate su leoni stilofori.
Nel corso del ‘500, l’abside romanica venne modificata e in quell’occasione fu inserito nel presbiterio, un prezioso Coro ligneo intagliato, costruito nel 1539 dal benedettino Antonio Maria Sertorio. Gli stalli del Coro furono restaurati nel 1647, probabilmente a causa degli effetti dell’incendio di inizio ‘600 all’interno dell’edificio. Un altro restauro si rese necessario a seguito dell’evento bellico, condotto nel 1957 dagli intagliatori di Sorrento che, oltre a restaurare le parti salvate dai bombardamenti, intagliarono nuovamente quelle distrutte e infine completarono il presbiterio intagliando la Cattedra Episcopale ancor oggi presente. La qualità degli intagli rinascimentali è molto elevata e le figure, che mutano per ogni stallo, mostrano linee eleganti.
Attualmente  vediamo la Cattedrale in pratica completamente ricostruita, dell’impianto originario resta solo il campanile, risalente ad interventi dei secolo XV/XVI .
Ancora all’interno della Cattedrale si conserva, ab antiquo, un bellissimo Crocifisso ligneo dipinto, del XIV° secolo, databile 1330/1331, attribuito da Roberto Longhi a Oderisi da Gubbio e da Ferdinando Bologna al Maestro locale Giovanni Barrile. Comunque esso è opera eccellente nel valore, recuperata da un paziente restauro necessitato dopo gli eventi bellici del ’43.
Ancora, all’interno della cattedrale si apre il Cappellone di San Paride, grande cappella edificata nel 1720 circa per accogliere le spoglie del Santo tolte dalla cripta; la scenografica e luminosa cappella conserva tre opere dipinte da Francesco de Mura (1696/1784), pittore di corte attivo a Napoli e a Torino; i tre dipinti raffigurano San Paride che uccide il dragone, la Fuga in Egitto e San Martino che dona il mantello. Imponenti statue di gesso dei santi Vescovi di Teano e delle Sante Lucia e Giuliana Falconieri completano l’arredo settecenesco della cappella, anch’essa restaurata dopo il bombardamento.
Altri ancora sono i pregi della Cattedrale che il visitatore andrà scoprendo nei resti dei muri più antichi che conservano frammenti di lapidi romane; e ancora nell’edificio numerose sono le opere su cui un amante dell’arte può soffermarsi.


Ancora da vedere



Preme qui ricordare di non ripartire da Teano senza aver almeno guardato:
-Il Castello Longobardo, nel punto più elevato dell’abitato, sorto su di un accampamento fortificato e trasformato in seguito i fortezza con una singola torre con annessi risalente alla fine dell’ VIII° secolo. Ampliato con il Gastaldo Landenolfo dopo la conquista normanna (1062), e riampliato nel XIV° secolo, quando la famiglia Marzano edifica il Loggione e la sala a due navate coperte, ornate di volte a crociera, usate come tribunale e sala d’armi.
-La Chiesa di S. Antonio Abate.
-Il Santuario di S. Antonio del 1427, che conserva affreschi tardogotici al suo interno.
-La pregevole Chiesa Romanica di Santa Maria la Nuova, posta fuori dal centro abitato, la cui facciata è ornata ancora dal suo rosone e da un portale quatttro/ cinquecentesco, all’interno affrschi del ‘400 e strutture ogivali. Conserva anche l’originale campanile a doppio corpo quadrato, sovrastato da un ampio ottagono e dalla cuspide piramidale.
-La Chiesa di S. Pietro in Aquariis, di origine paleocristiana, ricostruita nel XIV° secolo, ma conserva resti di affreschi bizantini.


Teano: la gastronomia


Durante questa visita storico artistica è possibile anche approfondire la cultura gastronomica dedicandosi alla degustazione delle specialità di Teano: tra queste la mela annurca, una varietà di mele dalla polpa rossa, particolamente pregiata; ottima poi da degustare la marmellata, esportata in molti paesi.
Infine, altro prodotto tipico della zona è il pelatello teanese, maiale nero di Teano degustabile negli agriturismi della zona.


(di Emanuela Catalano)

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