Da qui puoi andare direttamente al contenuto principale

tre foto della campania e logo quicampania
icona per aumentare la dimensione dei caratteriicona per diminuire la dimensione dei caratteri

Così parò Donnarumma




Elogio di un CT




La sera dell’11 Luglio 2021 rimarrá impressa "nei cuori esuli" e non solo, "a conforto", lungamente.
Donnarumma, il Gigante Buono di una preveggente pubblicitá della Ferrero anni ’60, con un fantastico tuffo, ha bloccato il pallone permettendo alla sua squadra, la nostra squadra Azzurra, di vincere 4 a 3 contro la squadra Inglese nella finale degli europei di calcio 2020.
Della nostra avversaria che abbiamo da dire?
Solo particolari trascurabili e non certo di alto liniaggio, fischiare mentre gli azzurri cantavano il nostro inno, giocare con grande supponenza tanto da esserne appesantiti, togliersi subito la medaglia dal collo…
Meglio non commentare.
Dunque Donnarumma, così come il Professor  Bellavista, che certo da lassù avrá seguito la partita col suo splendido sorriso, ha par(l)ato, perché è col gesto che il Gigante si esprime, in una lingua universale che non necessita di traduttori, quella che non nasce sulle labbra ma che sgorga dalle parti più nobili dell’ animo umano e si proietta attorno con lo sguardo.
E se Donnarumma, come direbbe Bellavista è "uomo di cuore"(Presepista diceva lui) chi lo ha riconosciuto e voluto in questa fantastica squadra, il nostro Mister Azzurro, Roberto Mancini, meglio noto come "Il Mancio", ancor di più lo è.
Il Mancio, un soprannome che Mancini si porta dietro come un talismano e che lo identifica come una persona che quando serve c’è, uno sul quale si può contare sempre, anche nei tornei internazionali.
A Genova, giovane giocatore blucerchiato, ha attratto l’attenzione del pubblico e degli esperti per questa sua capacità di "esserci" e col cuore, che allora, a quell’etá va a mille, con l’amico Vialli con Evani, Salsano e Lombardi, un cerchio che fu definito "magico".
Tutti parlavano di quei giocatori, della coppia Mancini/Vialli, che faceva faville, di un accordo sul campo basato sull’amicizia ed il sorriso.
Passati gli anni, la coppia, il gruppo sono disfatti; contratti, destini, scelte, ma anche lontani chilometri ci si sente sempre vicini, complici, i sentimenti non sentono distanze o lontananze come ci ha detto Montale, genovese anche lui, che di sentimenti potenti e nascosti se ne intendeva.
E quando si arriva su di una panchina non morbida, e si ha un Sogno che non è strettamente egoistico, sono gli amici che bisogna chiamare, condividere con loro quel Sogno può renderlo reale.
Così quel gruppo blucerchiato si è riformato, con la casacca azzurra , si sono rimboccati le maniche e lambiccati i cervelli, per creare  la squadra azzurra, la squadra più forte che c’è!
Dovevano creare una squadra per l’Italia, formata di calciatori "presepisti", per dirla con Bellavista, per inseguire un sogno di Armonia e Bellezza che della nostra Nazione  dovrebbe essere il motto sullo scudetto, e non solo.
26 giocatori, scelti e preparati per essere ciascuno un campione, di eccellenza sportiva ed umana, umili, decisi e capaci di divertirsi tutti insieme, con buon senso e forza tecnica e soprattutto fiducia nell’ Allenatore.
Come Brunelleschi che, al posto di una cupola che gli era stata richiesta ne fece due, per dare maggior robustezza al monumento così il Mancio ha scelto una rosa ampia di giocatori e non ne ha scelto 11 come titolari relegando gli altri a riserve.
Come il corpo di ballo dell’Opera de Paris gli elementi si schierano sul palco e danzando cambiano formazione, noi vediamo solo una dozzina di ballerine alla volta, ma non sappiamo mai quali sono, sanno tutte danzare da sole o in gruppi di due, tre, sei, dodici, ma non sapremo mai quali stiamo vedendo, i costumi di scena le rendono identiche e nessuna  sbaglia mai il passo.
Questa pressapoco è l’ idea del Mancio, calciatori tutti egualmente bravi per poter avere sempre una squadra nuova, non perdere mai l’effetto sorpresa, poter giocare, nel gioco sul campo, come un regista fa con gli attori ma averne tanti così bravi da poter mescolare addirittura i ruoli.
Questo geniale accorgimento reca con sè una conditio sine qua non, livellare l’ ambizione del singolo per acuire quella della squadra. Ogni calciatore sa che vincerá una partita sia che abbia giocato 90 minuti o solo 5, o addirittura se non sará sceso in campo. Come è capitato proprio a Spinazzola, come sapientemente ha sottolineato il Presidente Mattarella.
Un gran numero di giocatori, se ricordarli tutti è difficile ricordiamo però che oltre alla Coppa del torneo alla nostra squadra è andato anche il premio al miglior calciatore del torneo, Donnarumma, meritatissimo , anche se da tante voci si è sentito dare questa palma ad un altro giocatore della nostra squadra: Chiesa, senza il cui apporto il risultato di questi giochi europei avrebbe potuto essere diverso.
Sono stati scelti non per età ma per umanità e generositá, educati ad una disciplina di gioco serio, impegnato, ma attento e altruista, non per creare un asso, un campione ma per fare una squadra di campioni per una Nazione ormai privata quasi di tutto:economia disastrata, politica a scatafascio, e su tutto l’ ombra scura della pandemia.
Allenamento dopo allenamento, l'interscambio umano tra il gruppo del CT e i giocatori, la presenza di Capitan Chellini e un Gigante Buono in porta  ha condotto pian piano a sognare tutti, tutti insieme un sogno bello che il nostro inno da sempre ci ricorda.
Questi ragazzi sapientemente allevati da cinque uomini che non hanno mai dimenticato di essere ragazzi ci hanno regalato un mese di “Notti Magiche” inseguendo goal entusiasmanti e seguendo col batticuore le gesta del nostro straordinario portiere giungendo alla NOTTE MAGICA per eccellenza, l’11Luglio 2021 scritto sulla Coppa Europa subito sopra il nome ITALIA che, da quella notte, speriamo  si sia definitivamente trasformata da Paese a NAZIONE  come non è accaduto dal 1861 in poi.
Questa vittoria sportiva speriamo che il MANCIO la trasformi, con la sua magica capacità registica in un esempio di impegno in ogni settore della vita pubblica italiana che, come era per il calcio, abbisogna di regole certe ed adeguate e di giocatori giovani e talentuosi che vogliano apprendere un gioco corretto ed efficace di cui la nostra Italia ha urgente bisogno.


Emanuela Catalano, artemanuela.it

INVIACI UN COMMENTO

Aspettiamo i tuoi suggerimenti, le tue critiche, i tuoi commenti!


SEGNALA AD UN AMICO

Se il sito o un articolo ti sono piaciuti, perchè non dirlo ad un amico?