
Pietro Paolo Petrone
Un breve curriculum vitae di Pietro Paolo Petrone
Dal 2000 al 2013 è stato curatore del Museo di Antropologia della Federico II di Napoli. Già dal 1987 ed ininterrottamente sino ad oggi è stato artefice dell’allestimento ex novo del museo nelle sue varie collocazioni, nonché della riscoperta delle collezioni museali e dell’acquisizione di svariate collezioni osteologiche umane, di calchi di reperti originali e di manufatti litici da scavi da lui condotti in Italia e all’estero. Alcuni di questi reperti ed i risultati degli studi prodotti sono stati oggetto di alcune mostre da lui ideate e curate, diventate in seguito parte integrante dell’attuale esposizione al pubblico.
Dal 1985 al 2000 ha ottenuto numerosi incarichi di consulenza scientifica professionale per conto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e di altri enti ed istituti nazionali e internazionali. In quest’ambito, ha condotto indagini di campo e di laboratorio relative a scavo, documentazione, studio ed analisi di resti scheletrici umani da contesti archeologici di età pre-protostorica e storica.
Dal 1992 al 2009 ha svolto attività di docenza presso le Università Federico II di Napoli e La Sapienza di Roma, tenendo seminari di osteologia, paleopatologia, paleodemografia, paleobiologia umana, archeo-antropologia di campo, museologia scientifica.
Ha curato l’identificazione di reperti osteologici e biologici per consulenze in ambito forense da diversi contesti di rinvenimento (Accademia Aeronautica di Pozzuoli, Carcere Militare di Santa Maria Capua Vetere, Medicina Legale Nuovo Policlinico di Napoli).
Da anni svolge attività di ricerca nell’ambito della cooperazione internazionale. Quale bio-antropologo ha condotto nel 1997-99 missioni archeo-antropologiche in Pakistan (Valle dell’Indo, Balochistan) per conto del Museo Guimet di Parigi. Dal 2003 è co-direttore per conto dell’Università Federico II di Napoli di una Missione Archeologica in Marocco finanziata dal Ministero degli Affari Esteri e dall'Università per le attività di cooperazione accademica, scientifica e culturale. Ulteriore supporto è venuto da due progetti SSA, nell’ambito del Sixth Framework Programme - Specific Measures in Support of International Cooperation (INCO).
Dal 1995 ha finalizzato le sue attività di ricerca allo studio degli effetti sulle vittime umane e sul territorio delle eruzioni vesuviane attraverso studi interdisciplinari di tipo bio-antropologico, archeologico e geologico. Le indagini archeo-antropologiche condotte nei siti sepolti dalle eruzioni del 79 A.D. (Ercolano, Oplontis, Pompei) e delle Pomici di Avellino del 1930 a.C. (S. Paolo Belsito, Nola, Afragola) hanno permesso di chiarire le cause di morte delle popolazioni dell’area vesuviana, fornendo informazioni utili per la mitigazione del rischio vulcanico che interessa tre milioni di abitanti di Napoli e dintorni. I risultati di queste ricerche, pubblicati su prestigiose riviste scientifiche internazionali (Nature, PNAS, Plos ONE) hanno avuto ampia eco sulla stampa mondiale e costituiscono argomento di decine di documentari scientifici prodotti da broadcaster quali Discovery Channel USA, National Geographic, BBC, Channel 5, France 3, Spiegel TV.
Di recente ha pubblicato (Plos ONE) i risultati di una ricerca condotta sugli antichi ercolanesi, che mostra l’endemicità della fluorosi nell’area vesuviana già dall’età romana. Il confronto con dati epidemiologici attuali ha evidenziato un rischio ambientale di lunga data per il fluoro nell’acqua potabile per le popolazioni vesuviane.
Ha al suo attivo 80 pubblicazioni su riviste scientifiche, proceedings di convegni e volumi monografici e la partecipazione a più di 50 convegni nazionali ed internazionali.