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Il nostro amico Mario Cozzoli, figlio del musicista Michele Cozzoli, ci racconta un simpatico aneddoto con protagonista un amico di un grande attore...



I "santini" di Massimo.


( non è un racconto... )




La location: Sala Consilina. Perché lì? Per il riordino delle agenzie del nostro vecchio Banco, Banco che inventò la Banca e ne fu talmente meravigliato da contemplare la sua creazione mentre gli altri, nel settore, andavano avanti, e poi, ciao ciao..., si esce nella storia!

La compagnia: Alfredo Cozzolino,con i suoi baffi da ex carabiniere, imponente, trasgressivo: d’altra parte sei pur sempre un amico di Massimo e hai fatto i film con lui. Lo presento a tutti come mio…figlio, perché io mi chiamo Cozzoli..., e lui ridacchia ed ho notato che gli piace la mia compagnia.
Lui è l’autista del Direttore Generale e mi onora del suo servigio per l’occasione.
"Ma tu l’ hai visto Il Postino?
"No."
" Uaah! Comm’ è possibile?!"
"Guaglio’, quando tutti parlano troppo di in film o di uno spettacolo, il sottoscritto aspetta che passa l’onda d’urto della compiacenza e poi se li va a vedere, per "capire"“ meglio di che si tratta.
" Ma guarda, là c’è un cinema e stasera lo danno. Ci andiamo? A me piace rivedermi…"
"E vabbè. Orario 18 e 30, fra 20 minuti: jammo ja’!"
Entriamo nel cinema.
"Due biglietti."
"Alfre’ i soldi""
"Pago io…costa poco."

Da sotto il cappello il bigliettaio, un sessantino, come direbbe Camilleri, ci guarda e ci riguarda con i biglietti a mezz’aria e, boccheggiando come un pesce rosso, gli fa, ad Alfredo:
"Ma voi state…state nel film , o mi sbaglio?"
" Sì…sì…anche in questo..., con Massimo siamo amici d’ infanzia." (E dicendo questo diventò ancora più grosso di quello che è.)
"Entrate, entrate…offro io. E grazie a signuria…"

Alfredo fa 3 passi avanti con un sorrisetto sotto i baffi, prendendomi per il braccio e poi giravolta perfetta, mano in tasca interna della giacca e zàc:
" Senza volerlo ho una foto del mio amico Massimo, con autografo. Posso farvene omaggio?"
(dopo di che, osservata la faccia esterrefatta del sessantino, ripose nella citata tasca tutto un mazzettino di foto formato figurine Panini con stampata la firma Massimo Troisi, lasciando il citato a boccheggiare il doppio per la doppia emozione.)
Attraversiamo le classiche pesanti tende di colore indefinito, per andare in sala ed eccola la sala: minuscola, odorosa di detersivo alla fragola all’inverosimile con 20, 25 file di sedili marrone scuro ripiegati su se stessi. Ci sediamo, per fortuna all’ unisono, sennò uno dei due si sarebbe fatto una seduta per terra perché le file non erano fissate al pavimento. Gli occhi si assuefanno alla luce discretissima della sala e attendiamo che inizi la proiezione. Siamo noi due soli.
Due minuti, cinque minuti, brusio, scostamento lieve di tende pesanti con fugaci occhiate verso di noi e aumento del brusio. Dopo un po’ la tenda si apre del tutto scoprendo una decina di persone compunte, disposte in fila, che ci rimirano in silenzio. Il primo di loro, un giovanotto, si avvicina ad Alfredo e, con grande discrezione, compunto:
"Scusate, Signore, si potesse avere una figurella di Troisi coll’autografo?"
E qui capii cosa significa aver fatto l’attore…
"Giovane amico, certamente, è un piacere accontentarti."
Ciò dicendo, Alfredo affondò la manona nella tasca dove aveva il mazzettino e - tempi teatrali – mentre allungava la figurella al giovane, tutta la fila si era avvicinata e tendeva la mano dicendo già "grazie, grazie".
Finita la pur breve processione, i titoli di testa iniziarono, col viatico di un sospirone di Alfredo e la mia attesa di vivere una novantina di minuti di pura emozione, che, detto fra di noi, è la vera "mission" dell’opera d’ Arte.
E chest’ è !

Mario Cozzoli Giugno 2014

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