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Intermezzo di parole in libertà


di Nadia Sgherzi


        

 

 

 



RITROVARSI………



Una Chiesa………un rifugio sicuro,
entri a passi leggeri, quasi in punta di piedi
e ti fermi, rapita, in un’estasi d’indecifrabili emozioni,
ritrovandoti ai confini dell’umano.
Le parole nascono nel più profondo dell’essere………dicono……….
ma non rendono ………forse è meglio ascoltare il silenzio!
Una Presenza forte, rassicurante, protettiva ti è accanto,
ti prende per mano, ti guida attraverso sentieri di pace, d’amore
e le paure ancestrali, quelle che ti porti dentro da sempre, si dissolvono come nel nulla.
In un’atmosfera di divino incanto, scintille di mille colori illuminano lo spirito e la mente.
In armonia col Creato, acquisti nuove energie,
avverti la consapevolezza che, qualunque sia il tuo problema, puoi farcela,
senti che non sei più sola, sei viva, più di quanto immagini
ed un sogno di felicità ti riscalda e ti ripaga di tutto.
La vita non finisce mai di stupirti!
Ti prende, ti trascina in un turbinio di sensazioni, di emozioni,
a momenti ti distrugge, ma tante volte ti esalta.
Ed è in quel turbinio di sensazioni, di emozioni impalpabili, quasi evanescenti,
che ti prendono, ti lasciano e ti riprendono in maniera imprevedibile ed altalenante,
è in quel turbinio, forse, il suo abito più bello, più prezioso e desiderabile!
È il gioco infinito del divenire, che ti vuole protagonista oggi, più di ieri e……..
domani ……… chissà!
Per un momento ritrovi te stessa, acquisti quel senso di pace che ti fa avvicinare agli altri,
che ti dà la serenità di comprendere gli altri,
di percepire l’altrui sofferenza,
la interiorizzi, non è la tua, ma la fai tua,
diventa parte di te, in un percorso di vita che fai insieme con altri.
Solo così dimentichi i tuoi affanni
e l’aiuto che cerchi lo ritrovi donandoti,
sentendoti parte di un tutto armonico, in un equilibrio instabile,
ma pur sempre un equilibrio che non ci è dato di comprendere,
ma che esiste, in una dimensione che ci appare reale,
e che, a volte, acquista l’immagine nebulosa del sogno
in uno spazio di tempo infinito, incredibilmente vivo
e suggestivo nel mistero indecifrabile che ci circonda.
Il ritrovarsi qui diventa un fatto semplice e spontaneo.
Una Chiesa ….……. un rifugio sicuro……….
Entri a passi leggeri…………esci a passi leggeri, quasi in punta di piedi,
per non distruggere la sacralità del luogo profumato d’incenso
e ti ritrovi nella reale quotidianità,
portandoti dentro la magia di momenti indimenticabili,
di emozioni impalpabili, quelle che danno un senso alla vita,
che te la fanno amare
e che ti fanno dire: “Grazie ……. grazie perché esisto”







GLI AMICI DEL BURRACO



Ho tanti amici che giocano a Burraco,
coi quali mi riunisco e mi diverto.
Son tutti differenti, piacevoli a vedersi ed intelligenti;
ognuno manifesta un suo carattere,
non sempre semplice, ma così complesso,
che devi stare attento a non essere maldestro!!
C’è, primo fra tutti, il mio Maestro, il Gran Maestro,
bravo, bravissimo, ospitale, disponibile,
ma…… variabile nell’umore;
ride soddisfatto se vince ma, se perde ……!!!!
Si ombra, si rabbuia, si oscura come un mare in tempesta,
e dà di matto se non fai quello che, secondo lui, và fatto!
Poi c’è il mio Pigmalione,
scrittore versatile, simpatico e cordiale.
Non si arrabbia facilmente, è un gran signore,
è garbato e cerca di star calmo
anche quando il Maestro dice che non sa giocare,
perché non tiene conto del compagno,
gioca da solo e non in coppia
ma, in realtà, se segui il suo “cliché”
è facile che vinci la partita, perché incapace non è!
Il mio Pigmalione è anche un gran burlone,
a volte prende dal taschino un osso
e, per scherzare, lo offre col sorriso all’avversario,
per farlo ….”rosicare”!
Poi ci sono dei mariti e delle mogli,
soggetti difficili da trattare,
diversi nell’esprimersi a secondo se giocano con gli altri
o se giocano assieme, allora sì che son guai seri!!!
La troppa confidenza li porta a bisticciare,
a perder la pazienza, insomma a litigare,
a criticare anche con veemenza!
Credetemi è molto imbarazzante, non è distensivo, è umiliante.
Si cerca di evitare l’accoppiata
ma a volte, per giocare, insieme devi stare!!!
Poi c’è il superficiale, quello che dice:
“Io gioco tanto per giocare, per passare il tempo,
e non mi importa se vinco o se perdo”
Tutto va’ bene se non è il tuo compagno,
ma se capiti con lui è un gran tormento!
Poi c’è chi non sa giocare ma spesso è fortunato,
prende pinelle in quantità industriale,
che lo fanno vincere e gongolare.
C’è chi invece ti dà la spiegazione per ogni mossa,
per ogni situazione e tu, che vorresti concentrarti
perdi il filo e fai uno sconquasso!
Ancora, c’è chi corre come un treno,
e tu, se sei veloce e segui il passo, puoi vincere
ma se sei lento ti puoi disorientare.
Insomma, amici cari, il panorama è vasto e variegato
ma una cosa è certa, se ci riuniamo ci divertiamo
e ci dimentichiamo un po’ i problemi,
a meno che non trovi quello che si riunisce per sfogarsi,
ti sciorina tutti i suoi guai, tutti i suoi malanni veri o immaginari
ed a te tocca rimbrottarlo o consolarlo!
Ed io, vi chiederete amici del Burraco, io come sono?
Son saccente ed impudente nel descrivere voi amici
forse anche impertinente, ma mai irriverente.
Nel gioco del Burraco, son precisa e mi concentro
o almeno ci tento.
Ho dei guizzi repentini,
ho la “fissa” del pulito
e voglio essere capita,
sarà colpa del mio segno!
Ma non sempre son capita,
qualche volta rimbrottata,
poche volte elogiata,
raramente perdonata!
Una cosa è certa, il Burraco lo trovo divertente,
è un gioco che mi piace, mi distrae, è intelligente,
un buon esercizio per la mente.
Lo trovo affascinante anche perché consente di incontrarci,
di confrontarmi, di divagarmi nel parlare e dialogare.
Certo mi piace vincere, non gioco per giocare,
ma se perdo, pazienza, non mi voglio esasperare!
È il gioco della vita che per me è importante,
lì si gioca una partita molto seria e interessante
ed è lì che non amo essere perdente,
è lì che i traguardi e le sfide, per me, sono determinanti,
è lì che mi metto in gioco con più impegno,
perché lì, se perdi la partita è finita,
ed anche se c’è una via di uscita……, credetemi,
la risalita è lenta, faticosa e di difficile riuscita!
Per ciò, amici cari, a Burraco giochiamo divertendoci e scherzando,
perché è un gioco accattivante, o se vuoi entusiasmante,
ma è pur sempre un gioco e come tale va trattato, va affrontato,
il contrario, ti rovina quel momento di piacevole armonia
in cui trovi compagnia e trascorri un po’ di tempo;
lascia fuori dalla porta lo sconcerto,
lo sgomento che ti prende nel vedere, nel sentire;
Il momento è difficile da gestire,
è di gran preoccupazione, di profonda esasperazione,
di buio, di freddo interiore, di dolore,
per questo, se possiamo incontrarci,
giocare, divagarci è una benedizione!!! 






L'INCONTRO



Come ogni giorno me ne andavo a spasso, di prima mattina,
in una stradina tranquilla e deserta,
perché fa bene passeggiare, muovere le gambe,
uscire, distrarsi e stare all’aria aperta;
mi sentivo felice e libera di camminare
tanto da canticchiare, tra me e me, una canzoncina
quando all’improvviso vedo avanzare una sagoma strana,
tutta bardata con doppia mascherina, guanti, occhiali, gonna lunga da gitana,
sciarpa al collo, cappello dalla falda larga e ombrello;
mi guarda e mi saluta mentre si avvicina,
io mi domando e dico che forse si sbaglia,
ma non c’è nessuno intorno a me, la strada è deserta, solitaria
poi, dalla corporatura, dall’andatura lenta e affaticata,
insomma dall’atteggiamento,
la riconosco come un’amica che non vedevo da tempo.
“Che piacere incontrarti!” Le dico con slancio ed enfasi sincera
“Finalmente una persona con cui poter parlare
senza dover usare il telefono fisso o il cellulare”
E lei, fermandosi a distanza: “Si, ma non ci dobbiamo abbracciare,
stiamo attente, teniamoci lontane, sai ci possiamo infettare!”
“Ma tu ti sei vaccinata?”
“Certo, ma che vuol dire? È irrilevante e poco rassicurante!”
Sorvolo sulle sue paure e le domando: “Dove vai di prima mattina?”
“In Farmacia!”
“Alle sette, ma non è troppo presto? È la notturna?”
“No, assolutamente, è la diurna, ma voglio essere la prima;
evitare ogni contatto, non trovarsi tra la gente è una regola importante,
il pericolo è incombente, oggi ognuno può infettare, manteniamoci a distanza!
“Ma per forza devi andare? Non per essere invadente, ma che cosa devi fare?”
“Misurare la pressione, c’è il dottore che controlla con rigore e precisione
ed ho tanta agitazione che lo devo proprio fare!
Poi profitto, mi faccio consigliare per sapere cosa devo comprare.
Un po’ alla volta mi sono fatta già un rifornimento nel caso sventurato,
malaugurato di avere un’esigenza, non si sa mai,
è un atto prudenziale, ognuno lo dovrebbe adottare!”
Notando la sua ansia, nel tentativo di sviare l’argomento,
le domando: “Ma, dopo la Farmacia, te la fai una passeggiata?
La giornata è così bella, assolata, ma piacevolmente ventilata
a quest’ora poi non c’è confusione,
puoi andare anche al bar, a fare colazione!”
“Fossi matta!! Non esiste, me ne torno a casa mia,
e lo faccio pure in fretta, lì mi sento più protetta
oggi è meglio non rischiare, non si sa mai, ci potremmo infettare!”
“Ed a casa fai qualcosa di piacevole, che possa distrarti, che possa giovarti?”
“E chi me lo dà il tempo? C’è la televisione che trasmette in continuazione.
I programmi sono tanti e tutti interessanti,
ti dicono, ti aggiornano, mia cara, sul perdurare dell’epidemia,
sull’andamento della curva, sulle nuove evenienze, sulle sperimentazioni,
sui vaccini, sulle situazioni che succedono momento per momento,
è un tormento lo so, ma bisogna essere aggiornati,
noi siamo circondati da persone infette!”
Intanto, nel tentativo vano di cambiare argomento,
per placare in parte il mio ed il suo tormento, la guardo e dico:
“Toglimi una curiosità, fa caldo, perché porti il cappello?”
“E perché non ho il capello a posto,
dal parrucchiere non si può andare,
sai è pericoloso, ci potremmo infettare!”
“Ma cosa dici? Con l’appuntamento, il distanziamento,
il disinfettante che problema c’è?”
“C’è, c’è sei tu che non vuoi vederlo!”
“Forse hai ragione, ma dimmi perché porti l’ombrello?”
“Potrebbe piovere!”
“Ma se c’è il sole!”
“Non si sa mai, e se il tempo cambia? Non mi posso mica bagnare!
Non posso rischiare un raffreddore e dover fare poi il tampone!”
Vedendo che non c’è modo di sviare l’argomento, cerco di svincolare
tentando di salvarmi e dico, gentile ed educata:
“Amica cara, vedo che vai di fretta, non ti voglio bloccare!”
Ma è lei che, a questo punto, mi vuole ancor parlare,
e mi trattiene, non mi lascia andare
avendo assaporato, in fondo in fondo, il piacere dell’incontro:
“Aspetta, non ti ho chiesto come stai”
“Io bene, fino a poco tempo fa, poi all’improvviso…… 
mi ha preso una strana forma di allergia,
un prurito sotto al naso, un solletico fastidioso,
mi succede ogni tanto ed allora mi devo allontanare,
abbassare la mascherina
e capirai che non posso rimanerti vicina
non si sa mai, ci potremmo infettare!”
Ma lei, sentendosi sola e abbandonata, insiste:
“Ma questa strada la fai ogni mattina?”
“No, amica cara, il tragitto lo cambio spesso e volentieri
per evitare incontri pericolosi, non si sa mai, mi potrei infettare
Ma, prima di salutarci dimmi:
Te lo fai ogni tanto un bel pranzetto? Te lo mangi un bel dolcetto?”
“Fossi matta e. Il diabete dove lo metto?”
“Scusa non lo sapevo, ti sei ammalata di recente?”
“No, assolutamente, ma sai alla nostra età, non si sa mai!”
Di fronte ad un quadro così devastante la salutai all’istante!
Avrei voluto dirle tante cose, come:
“Amica cara, fai come me, cambia programma, cambia itinerario,
allontanati da luoghi nefasti, lascia in pace il Dottore
ma, soprattutto, metti in pace il tuo cuore;
vai a passeggiare in riva al mare, senza questa corazza micidiale,
lascia che il sole ti baci la pelle, che il vento ti accarezzi il capello,
non ti chiudere in casa, non ti lasciare andare, non appassire,
non morire anzi tempo!
Fatti dei bei pranzetti, mangiati tanti buoni dolcetti,
la vita è già così amara!
E se, malauguratamente, prendi il Covid, certo non è piacevole,
ma è una malattia oggi curabile, soprattutto se siamo vaccinati;
la vaccinazione ci aiuta, ci preserva, tanto che,
la malattia la possiamo affrontare,
debellare, c’è da fare!!!……
Mentre ce ne son tante da cui non puoi difenderti
e purtroppo devi arrenderti.
Pertanto, amica cara, affronta la vita per come si presenta,
cercando di viverla al meglio, senza appassire, senza morire dentro,
perché l’inedia, la tristezza, la solitudine, la paura, il terrore di affrontar le cose,
l’ansia, la depressione son mali terribili, son mali peggiori!”
Potresti dirmi che sono un’incosciente,
al contrario ritengo di essere molto cosciente
se, essere cosciente, significa esser consapevole di ciò che la vita è,
nella sua realtà, che non è quella che noi vorremmo,
ma quella che dovremmo tenere ben presente;
se vogliamo vivere e non vegetare dobbiamo affrontare,
combattere e non solo, ma fare anche cose belle,
avere amici piacevoli, veri, sinceri ed affettuosi
che possano darti coraggio, offrirti un sostegno, farti compagnia,
senza lasciarti sola in balia della solitudine, della malinconia.
Ma non basta, bisogna crearsi degli interessi,
per dimenticare un po’ il Covid, con tutti i suoi annessi e connessi.
Ringrazio tanto mia madre, che nonostante i suoi problemi,
gli acciacchi seri che le davano il tormento,
amava tanto la vita da inculcare anche in me questo sentimento.
In lei c’era gioia, la gioia di viverla, in ogni istante, in ogni momento,
con tanta forza, dignità e coraggio,
da prenderla ad   esempio e farle un monumento.
Avrei voluto dirle questo ed altro ancora,
Ma non le dissi niente, sarebbe stato inutile e dannoso,
avrei generato un tale turbamento, uno sconvolgimento
innescando una polemica sterile ed infinita sull’argomento!
Così la salutai, alla lontana, 
augurandole tutto il bene del mondo,
in fondo, in fondo provavo per lei tanta tenerezza,
vedendola andar via col passo incerto,
affaticata e triste, oppressa dalla situazione
mentre io mi allontanavo, svelta e spedita,
con tanta voglia di correre lontano,
con tanta voglia di cantare, ballare
e, per che no, anche sognare!





CHE GRAN PASTICCIO!!!!!



Nell’era attuale, caratterizzata da rapide comunicazioni,
fatta di movimento, continue evoluzioni,
aggiornamento in tempo reale,
ci dicono che la tecnologia e’ valida, importante, essenziale,
insomma è indispensabile!!
La tecnologia, che ha invaso ogni settore,
mette ordine, riduce i tempi di gestione,
in una parola sola “semplifica la vita”
però dobbiamo essere aggiornati, guidati, aiutati
per poter diventare autonomi, moderni, spigliati;
ci sobbarchiamo così ad una gran fatica,
noi che non siamo più giovani e rampanti.
Ma i vantaggi son tanti!!
Usufruiamo di congegni elettronici,
che ci consentono di stancarci meno;
le tapparelle, oggi, hanno il motore,
si aprono e si chiudono senza sforzo o dolore,
guai però se il motore si rompe
o la corrente s’interrompe,
restiamo chiusi dentro, come in una prigione!!!
Se poi prendiam la bici per una passeggiata,
sempre per non stancarci,
usiamo quella con la pedalata assistita,
che ci costa di più, ma è più attuale
e non ci fa sudare nemmeno in salita.
Vogliamo andare in macchina? Niente di più semplice!
Qui la tecnologia si è sbizzarrita, è proprio impazzita,
ci offre ogni tipo di vantaggio, per aiutarci durante il viaggio.
Basta mettere il “navigatore” ed andiamo  …..
ma, attenzione, se non è aggiornato o ben impostato,
giriamo a vuoto, in lungo e in largo, senza sapere più cosa facciamo!
Ci sono poi sensori di ogni tipo, studiati con grande precisione,
progettati da esperti d’eccezione
che suonano, insistenti, petulanti ed invadenti.
“E’ per evitare gli incidenti!” dicono,
ci avvertono in tempo, ci preannunciano il pericolo,
ci danno indicazioni di ogni tipo,
ma ci stonano, ci disorientano a tal punto
che, senza rendercene conto, confusi ed innervositi,
ci troviamo nel bel mezzo di un caos totale,
senza sapere più chi siamo, dove andiamo
cosa facciamo o che cosa dobbiamo fare!!!!!
Se poi la macchina la devi lasciare,
per essere sicuro, puoi usare un antifurto, il satellitare,
certo è sofisticato, costa un po’ di più, ma è pratico
è moderno, attuale, ed è collegato al cellulare,
che ognuno usa, anche per telefonare!
Il satellitare è un antifurto di ultima generazione,
e tu che vuoi sentirti giovane e alla moda,
non ci puoi rinunciare, lo brami, lo desideri, lo vuoi comprare,
perché è valido, è moderno, è veloce
ed è scontato che, nel caso sventurato,
il mezzo te lo fa ritrovare,
però, anche se basta cercare una “app”
e premere un pulsante,
farlo funzionare non è facile, ve l’assicuro,
io che l’ho installato, l’ho sperimentato!
Più di una volta son rimasta imprigionata nel mezzo
per l’uso maldestro del congegno infame
che, non riconoscendomi quale legittima proprietaria,
mi abbandonava così, come sospesa a mezz’aria,
senza poter ripartire e sapere cosa fare
per andare dove dovevo andare!!!!
Insomma, oggi, ogni cosa, ogni oggetto è fornito di un motore,
di un dischetto, di un libretto di istruzione
dove trovi ogni idioma, dal francese, all’inglese,
dal cinese al giapponese e perfino il coreano, ma non l’italiano!
Se poi per far qualcosa ti affidi ad un “sistema”
niente di più facile che il “sistema” va in blocco,
prima di risolverti il problema.
Allora non sai più cosa fare, nessuno ti da ascolto,
nessuno ti sa spiegare, ma ognuno ti dice
che devi pazientare, non c’è altro da fare che aspettare,
aspettare e pazientare….
anche se hai di fronte un esperto,
è questo il concetto: ti tocca rinviare ogni cosa,
rimanendo in attesa, impotente, sofferente,
in ostaggio, vittima di un” sistema” che,
in maniera imprevedibile ed imprevista,
ti lascia in balia degli eventi,
mentre i tempi di afflizione   scorrono lunghi e lenti 
e non c’è risoluzione, non c’è spiegazione, non c’è definizione!
Mio marito, che è portato per la tecnologia, lo vedo comunque stralunato
e se lo mando a far la spesa e gli dico:” Amò comprami la pasta”
comincia a chiedermi:” Quale tipo, bianca, integrale, a lunga tenuta
o di facile cottura, la vuoi bio o biodegradabile?”
Ed allora preoccupata gli dico “Per carità, prendila come vuoi,
purché non mi porti un detersivo!
Dobbiamo mangiare, non ci dobbiamo avvelenare!”
IL colmo è stato l’altro giorno quando,
mentre stavo a casa, intenta a riposare
ho sentito la voce di una donna che diceva qualcosa,
in modo dolce e suadente, ma con tono fermo e risoluto,
quasi irriverente ed invadente;
mio marito, trafelato, si è precipitato ad eseguire gli ordini impartiti,
mentre, con fare energico, gridava all’aria e al vento
” Alexa, basta “!
Ed a me che lo guardavo sbigottita, stupefatta ed annichilita,
chiedendogli cos’era quel nuovo tormento,
mi rispondeva con un sorrisetto compiaciuto:
“I figli lo hanno istallato, è collegato al Computer, fa tante cose
e serve come aiuto”.
Allora esasperata, perché nemmeno in casa riesco a star tranquilla
e la mia reggia, conquistata a fatica, viene violata, espugnata
ed io detronizzata in un momento da un marchingegno
non desiderato, non cercato, né voluto,
allora con molta convinzione gli dico, esasperata:
“Non ti pare che tutto questo eccesso di tecnologia ci porta alla follia?
Avanza prepotente, senza ritegno, presuntuosa ed arrogante
e come se non bastasse si aggiunge anche il covid,
malefico ed invadente,
che ti minaccia momento per momento
togliendoti la pace e dandoti il tormento,
il covid, con tutte le regole, i divieti, le discussioni,
le polemiche sulle varie opinioni,
sulle varianti e sui vaccini che son tanti;
ed è tutto un tale manicomio, amore mio,
è tutto un gran parlare, un bisticciare,
un dire senza dire niente,
un voler fare, senza fare niente,
è tutto un tal pasticcio, così poco rassicurante, così esasperante,
che son costretta a chiedere aiuto io a tutti i Santi,
e, fra i tanti, soprattutto a San Gennaro,
che, pur se declassato, stimo molto,
ed al cui cospetto m’inginocchio,
umile e devota,
ritenendolo affidabile e sicuro
e per il quale nutro rispetto e grande affetto;
dicevo, che son io ad invocare aiuto
di fronte a un tal disagio esistenziale,
tanto da temere che, un giorno non lontano
marito caro, mi porti in fretta e furia in Ospedale,
non per covid o per altra malattia,
ma per il sospetto di un trauma cerebrale,
perché già oggi in bilico, in equilibrio instabile
che mi logora e mi fa star male,
avverto chiari i sintomi a livello mentale
dell’avanzare rapido e avvilente di un preoccupante stato confusionale!!



IL TRUCCHETTO !!!!!!



Un giorno sono andato a casa di un amico,
che mi ha accolto col sorriso e mi ha detto:
“Sai, tra un mesetto, festeggio i cinquant’anni, quelli di matrimonio
ed è un avvenimento, visto che intorno è tutto un manicomio:
ci sono coppie che si prendono, si lasciano, si riprendono,
litigano, si offendono o si ammazzano e risolvono il problema!
noi, per fortuna, dopo tanti anni, ci sopportiamo,
ci supportiamo, insomma ci aiutiamo,
perché non siamo più in ottima salute,
ma non ci lamentiamo!”
E nel dir questo, diceva alla moglie:
“Amore, ci fai un bel caffè?
Amore portaci pure l’acqua, e che sia fresca!
Amore, per piacere, già che ci sei, spegni il televisore”
La moglie, disponibile e cortese, si dava un gran da fare,
senza protestare, anzi,
mostrando grande considerazione
si apprestava a soddisfare ogni richiesta,
pronta e lesta.
Al cospetto di un così bel quadretto,
di slancio mi è venuto di dire, con affetto:
“Ma che bello, dopo tanti anni la chiami ancora amore!”
E lui, di rimando:
“Che cosa devo fare, amico caro?
In qualche modo la devo pur chiamare!
E se non ricordo nemmeno più il nome ……. che cosa devo fare?!!!!”

 

 

 

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