Perchè fai il Presepe?
(di Elio Bellucci)
"Per devozione!", era la risposta.
Molti anni dopo, ormai adulto, mi hanno raccontato che si tratta di una rappresentazione iconografica della natività che si usa realizzare in alcune zone dell'Italia e del mondo nel periodo natalizio.
Già. Ma perché si fa? "Per devozione", pensavo. Forse non tutti lo sapevano.
E così anch'io, come molti, ogni anno faccio il presepe. Sempre diverso.
O quasi. Giuseppe, Maria, il bue e l'asinello. E poi Gesù Bambino, personaggio essenziale, che però aspetta, per fare il suo ingresso.

Eduardo alle prese, come il nostro Elio, con la costruzione del presepe
Tutto pronto per Lui. Già, tutto pronto. Ma cosa?
Sempre nell'ingresso di casa, sistemato alla meglio su un tavolino o sulla specchiera: così lo possono vedere tutti. Con un grande drappo di raso color oro a nascondere l'appoggio. Bello!
Il presepe è magico, ai piccoli come ai grandi trasmette una emozione.
E soffermarsi ad osservare una per una le figure che lo compongono è spontaneo. Ci si chiede: ma chi sono ? che ci fanno lì? Beh, la curiosità di saperlo è grande.
E che fanno? Fanno le solite cose. Magari il posto che occupano è solo un caso. Oppure no? E dove sono i re magi?
Il pescivendolo, con il suo bancone. Il vecchietto che soffia sul braciere con le castagne, il fruttivendolo con le sue ceste di vimini piene di frutta e ortaggi. Il macellaio, con le salsicce ed i quarti di bue appesi. Già, le solite cose.
Nella tradizione popolare i personaggi e gli elementi rappresentativi trovano spesso un motivo per esserci, nel presepe. Pastori e pecore non mancano mai. Come anche gli angeli che "danno l'annunzio al pastore dormiente". Pascolanti, dormienti od offerenti, i pastori già riempiono la scena. Ma i simboli qui non mancano!
Il pozzo, che potrebbe essere simbolo della madonna, e che si colloca sempre in un posto adatto, dove ci si aspetta di essere stupiti da qualcosa di inaspettato.
Il ponte, da oltrepassare ed il mulino che gira lento. L'osteria, dove i personaggi siedono e banchettano felici. Si, felici, perchè dentro queste osterie c'è ogni ben di Dio, appunto.
E nella osteria del mio presepe ci ho messo un pizzaiolo, perchè la pizza è gioia, è freschezza, è libertà. E nel presepe ci sta proprio bene.
Ogni anno si ripete il rito della preparazione, della "costruzione" del presepe. Si parte sempre da materiali poveri, qualche listello di legno, tavolette, cartone, e carta. Un po' di colla di pesce, o la più moderna colla termoplastica in stick. E se poi hai un robusto semilavorato da completare e poi conservare per l'anno dopo è anche meglio. Un scheletro, che però non sia da vincolo. Che non impedisca al presepe di essere, ogni anno, diverso e originale. Magari anche con l'ingresso di un nuovo personaggio. Da scegliere con meticolosa attenzione e... mi raccomando la misura!
Forse il cacciatore con il fucile, da mettere non lontano dal pescatore, e che con le loro azioni provvedono alla sussistenza, simboli arcaici della vita e della morte. Attenzione: il cacciatore va in alto, il pescatore in basso, vicino all'acqua. O personaggi mitici, anche se recenti, come Totò, grande intramontabile protagonista. O ancora più recenti, più vicini al nostro quotidiano come Di Pietro o Berlusconi:
non sappiamo se dureranno a lungo però l'anno prossimo, se lo vogliamo, ci saranno.
Ma ora basta parole. Qui ci vogliono i fatti. E' meglio inziare con grande anticipo a pensare al presepe. Pur bisogna procurarsi tutto il necessario e, per non rischiare di dover rinunciare al nuovo personaggio scelto, è meglio mettersi in testa che il tempo migliore è la fine dell'estate, quando gli artigiani iniziano a fabbricare i pastori per il Natale e si può anche trovare qualche bella composizione di diversi personaggi.
La tradizione vuole che la realizzazione finale sia per l'8 dicembre, l'Immacolata. Ma anche se lo finite un pochino dopo va bene lo stesso.
L'importante è che sia pronto in tempo per il Bambin Gesù, che trova tutti lì, che aspettano proprio Lui.
E quella rappresentazione, fatta in quel modo, così simile al nostro mondo con i suoi simboli ed i suoi scenari, che qualche volta ci è sembrato di aver visto per davvero.
Lo mostriamo soddisfatti a parenti ed amici e due anni fa ho messo anche la webcam sempre accesa, per i miei parenti che oggi vivono in altre regioni. Perché il presepe siamo noi, quando lo interpretiamo con tutti quei personaggi che fanno "le solite cose", quelle di tutti i giorni, e quando lo realizziamo nel modo a noi più congeniale, con un impulso di creatività senza eguali. Il più travolgente fenomeno di creatività collettiva che esista al mondo.
Ah, a proposito,... attenti a Ciccibacco!