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http://www.aziendaagricolacarbone.it/wp-content/uploads/2013/10/facebook.jpg , Finestra sul cortile


di Mauro Ventura


... nostro nipote è uno studente che studia e si deve prendere una Laura e deve tenere la testa al solito posto …
Con l’utilizzo del solo indice della mano destra, amorevolmente sostenuto dalle altre nove dita, incerto e curvo come il collo di una papera che fruga nello stagno, Peppino tormenta lentamente la tastiera del computer sotto la dettatura di Antonio che, impugnando con entrambe le mani il mouse, tenta invano di indirizzare la freccia sul bordo del video per consentire al cugino di completare al meglio il testo tanto sofferto e indirizzato a colei che sta mettendo a repentaglio il futuro del loro amato nipote Gianni.
Prima di partire per Milano, Gianni ha regalato agli zii un computer per fare di conto, approntare qualche lettera e magari spiare un po’ gli usi e costumi dell’odiato vicino Mezzacapa. Ha perfino creato per loro l’utenza fratelli.caponi@filmluce.it , password: hodettotutto.
Ma il messaggio non partirà mai perché i due desistono e decidono di prendere direttamente la Freccia Rossa.
Purtroppo neanche l’alta velocità fa per loro, altrimenti non avremmo mai potuto godere di  un film indimenticabile.



Quante opportunità sono cambiate con gli attuali mezzi di comunicazione e soprattutto attraverso i social network, p.e. Facebook!
Facebook ovvero http://www.aziendaagricolacarbone.it/wp-content/uploads/2013/10/facebook.jpg ovvero Finestra sul cortile, proprio come quella di Jimmy, Grace e Ray diretti dal magistrale Hitchcock.
Timido osservatore di ciò che accade di fuori, un po’ costretto, un po’ per noia e il resto per interesse, scruti, pensi che non sia il caso, decidi di chiudere i battenti e mentre lentamente ti attivi per farlo, noti un volto, giù nel cortile, ti accorgi di conoscerlo , non lo incontri da tempo, entra nella scala di fronte, dopo qualche secondo lo vedi dietro il vetro di una finestra, si accorge di te, ti sorride. I suoi occhi ti chiedono muti cosa hai fatto in questi anni, se hai voglia di ascoltare le cose che vuole raccontarti, i ricordi comuni e così  è fatta, spalancate le vostre finestre e fatalmente sali anche tu sulla giostra. Prima di darti l’arrivederci ti indica con la mano tutte le altre finestre con le quali comunica. Allora le scruti e noti che qualcuno è in evidenza sul proprio balcone o discretamente in piedi dietro la soglia. Ma guarda un po’, quello lo conosci e … magari proprio bene, non l’avresti mai detto che appartenesse allo stesso tuo cortile. Beh! Per oggi basta così. Indietreggi, ti siedi, osservi la finestra che hai appena chiuso e subito la tentazione si impadronisce di te, riapri la finestra e cominci a ricamare la tela dei contatti.
Quanta gente! Perfino una ragazza del tuo passato, questa ti incuriosisce proprio. Una specie di istintivo ed abusivo senso di proprietà della sua disponibilità genera in te un po’ di presunzione, e al tempo stesso sei sopraffatto dall’affascinante armonia delle cose perdute o comunque andate altrove, senza di te, ma di cui ti senti ancora in una indefinibile situazione di diritto. Tutte le finestre sono diversamente aperte, ma non te ne accorgi, l’incantesimo fa crescere in te la voglia di cercare altri amici, colleghi, compagni, semplici conoscenti. Il cortile è così grande, sicuramente devono esserci tutti; ma eccoti percepire la razionale possibilità che qualcuno preferisca frequentare altri cortili, o vivere altrove, qualcun altro non c’è più. Quando fatalmente ti accorgi che non hai mai preso in considerazione questa triste eventualità, accade che chiudi la finestra per un po’.
La detesti. Ti dai dello stupido. Leggi un bel libro, torni a leggere qualche giornale, … ma le piante, che colpa hanno loro? Hai chiuso le finestre, non esci sul balcone e chi le innaffia? A tarda sera e con circospezione riapri il balcone, utilizzi una bottiglia e non il solito erogatore, così devi fare più viaggi e le soste sul balcone saranno più brevi. Bravo, però non hai fatto i conti con chi è in piena attività di contatto, con chi sta cercando proprio te, la tua finestra dal cortile. E chi c’è? Uh! La signorina del supermercato di questa mattina, splendida creatura che corre nel cortile con una gran voglia di amicizia e ci scappa un bel saluto di intesa. Guarda più in la! Sta cercando di attirare la tua attenzione il collega che ti aveva proposto quel progetto e ti urla che lui è pronto a realizzarlo con te. Accetti tutto come se niente fosse, le piante restano per metà assetate, non ti accorgi di loro e improvvisamente da una delle finestre alla tua destra si diffonde una musica celestiale, che bella! Ti viene la voglia di farla ascoltare ai vicini dell’altro lato. Finisci di curare le piante mentre il primo della serie, il volto nel cortile che ha trascinato la sua immagine dietro quella finestra e te sulla grande giostra, ti mostra un quadro di Cezanne, stupendo, strizzi gli occhi e ti accorgi che dietro ce ne sono altri 20, il meglio dell’Impressionismo, la tua corrente preferita.
La musica celestiale intanto non è ancora finita che lo stesso vicino esce fuori al balcone e comincia un vero e proprio comizio. Tu conosci le sue idee sociali e politiche, non collimano completamente con le tue, però oggi sta dicendo cose interessanti e giuste. Sei titubante, non sai se girarti e consegnarle agli altri, essi sanno come la pensi  e potrebbero non apprezzare, data la fonte, quelle considerazioni; te ne freghi, le condividi, ti criticano, qualcuno ti chiude violentemente il balcone in faccia, ci resti male perché non hai mezzi e opportunità di far contestualizzare quanto affermi anche se sembra una improvvisa follia e revisione ideologica. Questo è l’effetto appiattimento http://www.aziendaagricolacarbone.it/wp-content/uploads/2013/10/facebook.jpg. I balconi si esprimono, si mostrano, ma sono tanti, troppi, lo sventolio delle ante che si aprono e si chiudono anche quando non lo vorresti ti impedisce di intavolare discorsi finiti, obiettivi e con conclusioni sufficientemente costruttive. Alla fine ti dai pace guardando i meravigliosi occhi azzurri della tua amica in basso a sinistra che ti augura la buona notte. Sei consapevole che la sua dedica è per tutti i suoi dirimpettai ma tu te ne impossessi, per un momento è solo tua, le rispondi, quando lei magari è già nel meglio di un sogno.
E’ notte fonda, non hai sonno e fa tanto caldo. Il cortile si popola della gente della notte, chi per lavoro, chi per insonnia o consolidata abitudine passeggiano scuotendo la testa guardando in alto e commentando ad alta voce i pensieri dei loro amici. Quanti pazzi ci sono in giro! Si rinnova la voglia di estraniarti definitivamente dal contesto, poi pensi che a prescindere dall’aprire o chiudere le finestre, i diversamente-sani-di-mente ci saranno sempre con o senza le luci della tua finestra. Questo cortile convive con la continua ed altalenante voglia di tutti di non frequentarlo più. In definitiva basta non farsi coinvolgere più di tanto.
Ma la catena di Sant’Antonio no! Con quella proprio non ce la faccio. A proportela è un tuo caro amico. Con i gomiti poggiati sulla balaustra del suo balcone proprio sopra di te e con sorriso ammiccante e preoccupato al tempo stesso, cerca di coinvolgerti in tutti i modi usando anche deterrenti terroristici di malasorte capitata ai non aderenti. Forte della tua posizione seminascosta pratichi i rituali scongiuri e alla fine lo congedi col solito garbo, Guai a non salutarlo nemmeno!   
La scuola, le vacanze, il lavoro e la quotidianità della tua vita hanno riempito nel tempo, con significati, sentimenti e frequentazioni diverse, il bagaglio delle tue conoscenze, amicizie e semplici contatti - però reali - ed ora la finestra diabolica vuole mettersi in concorrenza con la realtà, mostrandoti tutti a pari dignità, su di un piatto vassoio di silicio, un surrogato di quanto effettivamente ti da l’amicizia reale, il contatto vocale, la cartolina col francobollo vero che ha comprato dal tabaccaio sotto casa, anzi il secondo, perché il primo non li vende più. Fuori di quella finestra diabolica c’è un solo contatto con tanti volti diversi, secondo te tutti con un unico umore, disponibilità, sorte.
Allora decidi di classificare i tuoi vicini, magari secondo l’origine geografica, oppure secondo l’ambiente che ha determinato la loro conoscenza, oppure le idee politiche, la fede calcistica, maschietti e femminucce, simpatici e un po’ antipatici, il gusto musicale, il gusto per la altre cose, gli argomenti da loro preferiti. Ma perché lo faresti? A che servirebbe? Non basta il nome e il cognome e, se c’è, il loro volto? Lo faresti perché a poco a poco ti stai rendendo conto di confondere e fondere in un unico essere chi c’è la fuori, un unico essere irreale, quindi inesistente, al quale non puoi dare una pacca sulla spalla, un sorriso, uno sguardo diretto, un calcio in culo, un pizzicotto sulla guancia, ascoltare il suo respiro.
Ma allora la cena-revival che sei riuscito a organizzare grazie alla finestra? Si è stata bella, senza la finestra non si sarebbe mai potuta esserci, poi c’è il telefono, grazie al numero urlato tra un balcone e l’altro, senti la voce di quei volti, quando vuoi tu, senza affacciarti.
Infine viva la finestra sul cortile! Però proprio quando non ho di meglio da fare:
stasera mi vedo ‘Totò, Peppino e la malahttp://www.aziendaagricolacarbone.it/wp-content/uploads/2013/10/facebook.jpgemmina’.

 

     

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