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Mirabella Eclano

 



Mirabella Eclano è una delle cittadine più antiche e più ricche di monumenti e tradizioni dell'intera Irpinia. Oggi il comune di Mirabella Eclano conta circa 8.000 abitanti e, come altre realtà della zona, è riuscita nel corso della sua lunga vita a rialzarsi più volte dalle tante tragedie che l'hanno colpita (in particolare i terremoti, ultimo quello del 1980).
Cercheremo di proporvi tutto quanto c'è da sapere sul comune di Mirabella Eclano grazie al prezioso  contributo del  Prof. Edmondo Pugliese; il Professor Pugliese è stato per 16 anni sindaco del comune di Mirabella Eclano, è uno studioso della sua storia   ed è autore, tra l'altro, di monografie e saggi dedicati non solo alla sua Mirabella Eclano ma anche ad altre cittadine della zona. 

 

 

Indice degli argomenti

                

Mirabella Eclano: perchè visitarla?


QuiCampania: Professore, lei è stato per 16 anni sindaco di questo comune e ha scritto anche dei saggi dedicati  a Mirabella Eclano e  ai suoi tesori; come proverebbe a convincere un ipotetico turista a venire a visitarla?

 

Comune di Mirabella Eclano: San Francesco Comune di Mirabella Eclano: San Francesco
Prof.Pugliese: Non credo che dovrei convincerlo  o insistere più di tanto, perché Mirabella Eclano si presenta da sola! Da un punto di vista storico, è nata  sull’antico sito di a Eclano, quindi ha un entroterra storico formidabile che si evince dal gran numero di siti da visitare; c’è il parco archeologico delle tombe eneolitiche; nel centro della città c’è l’area cosiddetta “museale” nella quale si trovano  il museo del Carro, il museo dei Misteri, il museo di arte sacra dove sono state raccolti tanti pezzi di archeologia, sia classica, voglio dire romano-latina quindi greco-latina sia medioevale, e poi soprattutto ci sono sul territorio tanti reperti che si trovano un po' alla rinfusa. Comunque si può anche stabilire un itinerario preciso:  si parte da  Mirabella Eclano Centro, dove  si  visitano i musei, poi si va a visitare Eclano, l’antica città; poi si passa alla componente  monumentale, ovvero  il complesso monumentale di San Francesco, dove attualmente, ha sede  il comune di Mirabella Eclano. Mirabella Eclano  ha poi  delle colline meravigliose, e quindi credo che fare quattro passi sulle colline eclanesi sia  una cosa che possa rigenerare  lo spirito, soprattutto di chi è costretto a vivere durante la settimana in una  città caotica o  inquinata. Qui si respira un’aria salubre, perché non ci sono industrie, ci sono solo piccole iniziative artigianali e non di più.
Vi sono poi degli ottimi agriturismi e ristoranti, nei quali è possibile gustare due tesori eccezionali della nostra terra:un olio straordinario e, un grandissimo vino, il Taurasi!



Mirabella Eclano: la storia millenaria    


Città per definizione storica, oltre che per decreto regio, il comune di Mirabella Eclano affonda le sue radici nel XV secolo prima di Cristo, come attestano le evidenze archeologiche del villaggio eneolitico di Madonna delle Grazie. A questo primitivo insediamento di pastori e di agricoltori seguirono quelli molto più evoluti degli italici.
Comune di Mirabella Eclano: Parco archeologico di Aeclanum Comune di Mirabella Eclano: Parco archeologico di Aeclanum
Tra il VI e il V secolo a. C. nella valle del  Calore arrivarono le bellicose tribù irpine dei Sanniti, che si imposero alle popolazioni dei residenti e costruirono, sui resti di un precedente insediamento di Equi, la città di ECLANO (Aeclanum).
Posizionata  lungo la via Appia (Regina viarum), Eclano  si sviluppò rapidamente fino a diventare il centro strategico e commerciale più importante del Sannio-Irpino. Luogo di passo tra le valli del Calore e dell'Ufita, ebbe il controllo delle principali vie interne del territorio irpino, di cui per secoli fu la capitale   naturale e culturale. Durante le guerre sannitiche Eclano si schierò contro Roma, ma fu sconfitta e perdette gran parte del suo territorio, che passò al demanio romano (Ager publicus).
Nell'anno 89 a. C. aderì alla federazione italica e prese parte alla guerra sociale. Assediata e distrutta da Silla, fu ricostruita e fortificata dagli stessi romani per interessamento del patrono Quinzio Valgo. Inserita nel processo di romanizzazione,  Eclano divenne Municipio con diritto al suffragio e iscritta alla tribù Cornelia. Alcuni decenni più tardi, per volere di  Augusto, divenne Colonia, con il nome di Aelia Augusta Aeclanum. Grazie a questo nuovo stato giuridico, incrementò i traffici commerciali e sviluppò il patrimonio edilizio pubblico e monumentale (anfiteatro, terme, acquedotto, foro). Nelle centinaia di iscrizioni e nei tantissimi rinvenimenti di sculture e cippi marmorei si legge la storia della sua organizzazione politica, commerciale, artigianale e culturale.
Con l'avvento del Cristianesimo, Eclano fu tra i primi centri del Mezzogiorno d'Italia ad abbracciare la nuova religione. Fin dal V secolo, ebbe una comunità cristiana molto numerosa e una Diocesi. Suo primo vescovo fu il pelagiano Giuliano, famoso per aver polemizzato con sant'Agostino sul problema della grazia e del peccato originale.
Con la caduta dell'impero romano e l'arrivo dei longobardi, Eclano entrò a far parte del ducato di Benevento, di cui fu avamposto e città di frontiera. Per questo suo nuovo ruolo fu attaccata e distrutta dall'esercito greco di Costante II, in marcia verso  Benevento.
Comune di Mirabella Eclano: il riconoscimento di Vittorio Emanuele II Comune di Mirabella Eclano: il riconoscimento di Vittorio Emanuele II (fronte)
Sui resti della grande città sorse un misero villaggio di "pochi fuochi", che si chiamò QUINTODECIMO, per indicare una località sulla via Appia posta a quindici miglia da Benevento. Ma i sopravvissuti non si arresero e, nel giro di pochi decenni, trasformarono  il piccolo borgo in una cittadina ricca e ambita.
La città di Quintodecimo fece rivivere l'antico sistema della civitas romana, amministrando con equilibrio e moderazione un territorio assai vasto. Diocesi, in quanto erede della Santa Chiesa Eclanese, non ebbe sempre  il suo vescovo, ma poté contare su un Collegio di sacerdoti molto attivo e numeroso.
Dopo il Mille, coinvolta nelle lotte tra Papato e Normanni, fu più volte saccheggiata e distrutta dai soldati delle due fazioni. Ne derivò una situazione insostenibile, tanto che i suoi abitanti pensarono di trasferirsi in un luogo meno esposto e più difendibile, non lontano da una zona paludosa, nella quale sgorgava limpida e cristallina una sorgente di acqua solfurea. Nasceva così, proprio dove ora è Mirabella Eclano, la città di  AQUAPUTIDA.
Diversificandosi dagli altri paesi di origine medioevale, che venivano edificati  intorno alla cittadella, l'agglomerato  urbano di Aquaputida, dotato di mura perimetrali e di porte, sorse e si sviluppò intorno alla Cattedrale. Solo più tardi, e in posizione decentrata, i Normanni vi costruirono un potente castello.
Questa circostanza non impedì alla futura Mirabella Eclano di inserirsi positivamente nel circuito culturale della civiltà romanica e di dotarsi di importanti tesori d'arte.
Durante il XIV secolo, mentre erano in corso le guerre per la successione angioina,  Aquaputida  prese il nome di MIRABELLA, probabilmente in ossequio al carattere bellicoso dei suoi cittadini. Da allora in poi Mrabella fu importante feudo e appartenne a diversi Signori: suo ultimo feudatario fu il duca Filippo Orsini di Gravina.
Comune di Mirabella Eclano: il riconoscimento di Vittorio Emanuele (retro) Comune di Mirabella Eclano: il riconoscimento di Vittorio Emanuele II (retro)
Centro tra i più importanti del Principato Ultra, Mirabella fu tra le prime città del regno di Napoli a inalberare la bandiera della libertà al tempo della Rivoluzione del 1799 e dei successivi moti liberali del 1820, come testimoniano le imprese memorabili del cospiratore e patriota Giuseppe Saverio Cappuccio. Nei decenni successivi Mirabella  non mancò di dare il suo contributo agli ideali e alle lotte del Risorgimento Italiano.
Il 14 dicembre 1862 il sovrano Vittorio Emanuele II, su espressa richiesta del Decurionato mirabellano, concedeva al comune di chiamarsi MIRABELLA ECLANO per riassumere, anche nel nome, la storia del suo passato glorioso.
Dal sommario ricordo delle sue vicende passate balza evidente l'immagine di una città più volte distrutta dalle guerre e dai terremoti (disastrosi quelli del 1456, del 1688, del 1732 e del 1980) eppure capace sempre di riprendersi e di conservare il suo ruolo di centro commerciale: un destino che da oltre duemila anni la guida e ne caratterizza la personalità. Lo stemma del comune di Mirabella Eclano è rappresentato da uno scudo azzurro cimato della corona, con la fenice che si solleva dalle fiamme di tre cumuli di macerie e guarda al sole con sicurezza. In data 11 giugno 1991 il Consiglio Comunale, con votazione unanime, deliberò di aggiungere allo stemma la sigla S. P. Q. AE. (Senatus Populusque Aeclanensis).

 

 

Mirabella Eclano: la chiesa di Madonna delle Grazie


Lungo la strada provinciale che da Mirabella Eclano porta a Taurasi, proprio dove cade il confine amministrativo dei due Comuni, c'è una  piccola chiesa di campagna.  Edificata nel corso del XVI secolo come "cappella" suffraganea di Santa Maria Maggiore, divenne ben presto santuario rurale molto frequentato e luogo miracoloso di culto mariano. Gli abitanti della zona, per essere stati più volte liberati dal flagello della peste, la chiamarono "Madonna delle Grazie".
La sua struttura semplice e raccolta le ha consentito di resistere molto bene ai terremoti ricorrenti. E tuttavia i lavori di riparazione e di restauro, che pure si sono resi necessari all'indomani di ogni sisma, hanno determinato lunghi periodi di forzata chiusura della chiesa  e la dispersione di molti dei suoi preziosi  ex voto.
Ma la sorveglianza attenta e amorevole che gli abitanti del luogo le hanno riservato, in ogni tempo, ha consentito alla piccola chiesa di Madonna delle Grazie di Mirabella Eclano – ancora una volta totalmente ristrutturata e abbellita – di  varcare la soglia del Duemila.

Comune di Mirabella Eclano: il soffitto ligneo della Chiesa di Madonna  delle Grazie Comune di Mirabella Eclano: il soffitto ligneo della Cattedrale
Di questa chiesa, degno di nota è  il soffitto ligneo che fa da cielo alle tre navate. Effigiato nel 1759 da artisti di buona levatura, si presenta nitido e privo di tinte pesanti. Il colore dominante è il bianco, che si impone in tutte le composizioni floreali, nella tela centrale e negli  sfondi, che danno luce all'ambiente.
Da ammirare c'è ancora un dipinto ad olio del 1871 che ritrae la Madonna fanciulla in compagnia dei genitori, un Crocifisso di legno massello del 1956 e altri piccoli oggetti sacri.
Ma l'opera che, in assoluto, impreziosisce la piccola chiesa di Mirabella Eclano è il quadro della Madonna con il Bambino. Si tratta di un ex voto consistente in una  lastra di rame  (cm 72 x 62) dipinta su entrambi i lati.
Incastonata nell'altare di marmo, appositamente costruito per consentire la duplice visione, l'opera sviluppa un tema unico attraverso rappresentazioni realizzate in epoche diverse. Gli autori sono sconosciuti, ma i committenti sono sicuramente del posto, visto che le due Maternità propongono scene i cui contenuti sono profondamente radicati nell'ambiente locale.
Il quadro più noto è quello della Madonna che offre delle ciliege al Bambino Gesù, mentre lo avvolge con il suo braccio destro in segno di materna protezione.
Il gesto della Madonna mette in luce il rapporto tra l'intervento divino di assistenza  nei confronti degli abitanti del luogo e la devozione di questi ultimi che, per suo tramite, offrono a Gesù i frutti della loro terra.
Comune di Mirabella Eclano: panorama Comune di Mirabella Eclano: panorama
I materiali impiegati, la semplicità della scena rappresentata, la delicatezza dei colori e la morbidezza delle linee ci consentono di affermare che l'opera appartiene al neoclassicismo del Settecento. A questa stessa conclusione induce una lettura attenta del dipinto, che non può prescindere dalle tenui cromaticità chiaroscurali riscontrabili nei due puttini che osservano la scena.
L'opera scaturisce da un ben consolidato impulso morale, da un moto che si propaga dall'interno verso l'esterno con l'intento di sollecitare nel fruitore un autentico slancio ascetico. Non c'è nel dipinto il proposito di ricostruire un fatto storico, e tuttavia la scena è rappresentata in modo da produrre effetti ben determinati nell'animo di chi osserva. La prospettiva, rapida e quasi sfuggente, rende pressoché instabile l'equilibrio dell'insieme, che sembra scivolare verso l'esterno. L' impasto cromatico si trasforma in una trama fitta e intricata di filamenti brillanti e di striature d'ombra. L'animazione della linea si trasforma in evidente animazione luministica che coinvolge, oltre alla Madonna e al Bambino, i grappoli di ciliege di color rubino trasparente. Ed è l'esplosione di un subitaneo intensificarsi della luce e del colore che dà il senso del miracolo.
Il secondo quadro, venuto alla luce solo di recente, risulta commissionato nel 1694 da  Carlo De Renziis in occasione della sua nomina a Primicerio della "Collegiata"di Mirabella, e offerto alla Madonna per grazia ricevuta.
In questo lavoro la materia distesa sulla piastra di rame si carica di grande energia e di intensa tensione. Le pennellate sono tratti duri, rapidi e incisivi. L'emozione visiva è inizialmente quasi scioccante, ma poi viene approfondita, meditata e spiegata fino a trasformarsi in commozione che dura nel tempo. La profondità, in verità limitata, si compendia nella progressione rapidissima dei valori chiaroscurali, che conferiscono alla scena un ritmo di movimento e una prospettiva psicologica tale da ovviare alla mancanza di proporzione che esiste tra le due figure rappresentate.

 

Mirabella Eclano: i Misteri



Comune di Mirabella Eclano: particolare dei Misteri di Antonio Russo Comune di Mirabella Eclano: particolare dei Misteri di Antonio Russo
I Misteri di Mirabella Eclano, che l'artigiano Antonio Russo, dopo dieci anni di intenso lavoro, consegnò alla storia della sua città nel 1875, occupano ancora oggi un posto di rilievo nel patrimonio culturale di Mirabella Eclano. Rimasti sotto le macerie del terremoto del 1980, furono recuperati con grande sollecitudine e opportunamente riparati e restaurati. Di recente sono stati collocati nel museo che porta il loro nome.
Si tratta di circa trenta sculture in cartapesta, di grandezza naturale, riunite per gruppi  su "tavolati" separati e distinti tra loro.
Un tempo erano molto più numerose, ma gli anni e la fragilità del materiale ne hanno ridotto il numero. Anche l'originaria veste pittorica risulta piuttosto alterata.
Osservando le scene che si inseguono in un crescendo drammatico di situazioni e di episodi, tuttavia, è ancora possibile avvertire lo stupore di chi si trova al cospetto di un mistero che trascende  i normali processi conoscitivi dell'uomo.
Nel suo insieme, l'opera può essere considerata un poema religioso, scritto con materiale effimero e di poco valore ma con grande perizia tecnica e squisita sensibilità pittorica. Una pagina assai interessante di quella "filosofia della mano", che spesso consente a un artigiano di attingere autentici valori d'arte.
Realizzati nel periodo più difficile, ma anche più ispirato, della travagliata esistenza dell'autore, i "Misteri di Mirabella" segnano la riscoperta esistenziale del Venerdì santo inteso come stadio di dolore e di calvario, così fortemente presente nella cultura popolare della città.
"Dalla carta vecchia e logora seppe trarre volti umani e corpi pieni di vita. Riuscì con la sua fede a dare commovente immagine di Cristo e dei suoi santi". Così ha scritto di Antonio Russo un critico rimasto sconosciuto. E il giudizio è tutto da condividere. Ma c'è da aggiungere una cosa molto importante. I misteri di Mirabella  sono un eccezionale documento storico: nella straordinaria varietà dei personaggi scolpiti rivive la società eclanese dell'Ottocento. Modelli furono infatti i cittadini di Mirabella Eclano, con i loro pregi e i loro difetti, visti da vicino e ritratti senza odio o risentimento, anche nei momenti tristi e difficili.
Esempio notevole di arte popolare o di artigianato pregevole, i Misteri di Antonio Russo rappresentano al meglio quello che può la fede nella vita di un uomo.

 

 

 

 

 

A cura del Prof.Edmondo Pugliese

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