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La Coast to Coast Marathon: da Sorrento a Maiori

(cronache tra favole e realtà)



di Mario Filippo della Paolera


C'era una volta... questo l'inizio di ogni buona favola che si rispetti... Ebbene, così inizierò questo mio racconto, prima di tutto perché di una " magica illusione che diventa realtà " si è trattata, ma soprattutto perché i suoi protagonisti, ben riconoscibili, perché tutti dallo stesso sguardo limpido e sincero, con occhi che ti brillano come tante stelle e che sanno sempre guardare aldilà... Aldilà delle banalità, dei conformismi, del "deja vu", in poche parole, tutti veri e propri novelli Peter Pan; i suoi protagonisti, dicevo, non sono altro che bimbi forse un po' cresciuti, ma vi assicuro, sono gli stessi che da bimbi le ascoltavano quelle fiabe, tutti col nasino all'insù, e che, con la stessa mimica, fattisi grandi, hanno deciso
Una immagine marina
cocciutamente di viverli i loro sogni, mai prescindendo dalla grande verità che solo nei nostri sogni si racchiude l'unica "realtà" che ci appartiene...
Ebbene, partiamo allora col racconto: il tutto ebbene inizio un po' di tempo fa.
C'era una volta un gruppo di amici; tutti con le stesse fantasticherie, tutti, dico tutti, con la stessa voglia di sognare. Ebbene un giorno, o per meglio dire, una notte, perché immaginiamo che il tutto sia avvenuto sotto un magnifico cielo stellato, rincorrendo con lo sguardo tra quelle luccicanti stelle "l'isola che non c'è", quegli amici si ritrovarono, poi, risvegliandosi al mattino, al chiarore della luce, a scoprire davanti ai loro occhi, un paesaggio fatto di piccole insenature, piccoli fiordi, una natura intrisa del profumo dei limoni, con sentieri che dall'alto di colline lentamente ti guidano verso un magnifico mare dal color del cobalto; ebbene, quel gruppo di amici decise di lasciare per un attimo da parte quel cielo, perché, così decisero, era giusto che altri, insieme con loro, condividessero quel sogno. Così nasce la "Coast to Coast". Proprio così, tutto nasce dalla capacità e dalla voglia di sognare... Il difficile diventa poi realizzarli, questi sogni... Ma se sai crederci ardentemente, il tutto non è che sia più difficile dal seguire col ditino oramai diventato "ditone e perso tra le stelle, la strada per l'isola che non c'è.
Personalmente, è stata un'esperienza iniziata al mattino presto, in una sala che dava sul meraviglioso golfo di Napoli dall'Hotel Imperial Tramontano, a Sorrento, che in occasione della maratona, offriva tariffe davvero agevolate, questo per accordi presi coi "sognatori" di cui sopra. Sarà stata la musica in sottofondo che rammentava oramai l'imminente festività natalizia, sarà stata l'immensità di quel mare, ma iniziavo a emozionarmi già dal primo mattino.
Poi la partenza, l'inizio della prima salita, le gambe che hanno voglia di volare e che volano su quei saliscendi, forse incuranti dei consigli di Arcelli, Massini, Pizzolato, dove sarebbe stato certamente più opportuno risparmiarsi per la seconda parte della gara... Ma l'occasione è unica, troppo bella e troppo ghiotta... Come un bimbo felice lascio allora che le mie gambe vadano libere, mentre s'inerpicano per quelle vie, mentre sul viso iniziano a scorrere le prime "gocce di felicità". Poi, d' improvviso, mentre ancora mi perdo con un "fratello di corsa e di sogni" in quei colori, ecco passare l' automobile dell' organizzazione con un altro "bimbo mai cresciuto" al volante che ci incita a gran voce, ci incoraggia sulle note di "Eye of tiger" e che lascia cadere sul mio viso l'ennesima commozione. Permettetemi di rivolgere un "GRAZIE" ad Antonio Esposito e confidargli che la visione di quell'automobile carica di "creature che sanno credere ai sogni" la conserverò tra i miei ricordi più cari e mi sarà da monito per tutta la mia vita. Altre "gocce di felicità"... appartengono a questo istante.
Ebbene, cos' altro raccontarvi? Di come, ancora una volta, se fossi stato più guardingo e avessi ascoltato i consigli di stimati e blasonati preparatori atletici, forse, le mie gambe, intorno al trentesimo chilometro, non mi avrebbero fatto riprendere contatto con la realtà; ma, si sa, con le gambe di un bimbo che volano felici c'è poco da ragionare. Se poi si diletta a sognare, la testaccia è dura.. Ed è proprio quella testardaggine mista agli incoraggiamenti di altri amici con cui spesso ci si ritrova con la testolina all'insù a sognare che mi ritrovo, alla fine, a Minori.. ultima salitella, nelle mente ancora il fruscio di quelle onde amiche che è come rinfrescassero i miei pensieri adesso stanchi e mi proiettassero per un finale da sprinter sul lungomare di Maiori... è di nuovo quel bimbo che si divertiva a sognare che lascia che le mie gambe si riapproprino anch'esse del mio immaginario e mi aiutino a spiccare il volo ... Un'ultima riflessione: la vita, pensavo durante la gara, è davvero una magica avventura... E' un po' come se ad ognuno di noi qualcuno ci avesse riforniti di un sacchetto pieno, stracolmo di coriandoli, dei colori più variopinti e dalle trasparenze più suggestive... Sta a noi, però, il compito di inserire, alla bisogna, la mano nel sacchetto per lanciare in aria un bel "gruzzolo di felicità"... E per farlo ci vuole davvero poco: "basta saper sognare"... BUONA VITA E TANTI, TANTI AUGURI A TUTTI!


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