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L'Unità d'Italia


Alcune riflessioni storico giuridiche



In un articolo pubblicato sulla rivista L'Alfiere, Massimo Cimmino propone alcune riflessioni di carattere storico-giuridico su come si concretizzò l'Unità d'Italia nel 1861.
Ve ne proponiamo uno stralcio ringraziando il direttore della rivita, Eduardo Vitale, per la disponibilità.

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Bisogna, piuttosto, fare alcune riflessioni, che ci consentano un corretto inquadramento degli eventi che caratterizzarono l'anno 1861.
Esaminiamoli, innanzitutto, da un punto di vista storico-giuridico.



La nascita del Regno delle due Sicilie: le fonti




A questo fine, risaliamo a circa quarantacinque anni prima e ricordiamo che con Legge dell'8 dicembre 1816 S.M. Ferdinando di Borbone, sulla scorta del riconoscimento internazionale all'uopo ottenuto dal Congresso di Vienna, istituiva il Regno delle Due Sicilie.
L'art. I di tale Legge stabiliva testualmente: "Tutti i nostri domini al di qua e al di là del Faro costituiranno il regno delle Due Sicilie".
Il successivo art. II disponeva che il titolo che il Re veniva ad assumere era quello di "Ferdinando I, per la grazia di Dio Re del Regno delle Due Sicilie, ecc.".

Come può facilmente notarsi, si dava innanzitutto rilievo alla nascita di una nuova entità statale, il Regno delle Due Sicilie, in cui confluivano i Regni di Napoli e di Sicilia, in precedenza distinti tra loro, anche se governati dallo stesso Ferdinando di Borbone in regime di unione personale. Quindi, in coerenza con ciò, il Sovrano stabiliva di assumere il titolo di Ferdinando I, dismettendo gli ordinali dinastici IV e III, con i quali aveva in precedenza regnato, rispettivamente, su Napoli e sulla Sicilia.



La nascita del Regno d'Italia: le fonti


Estremamente diverso è il contesto giuridico in cui si colloca la pretesa nascita nel 1861 dell'Italia una. Difatti, dopo la resa di Gaeta e quando ancora resisteva la fortezza di Civitella del Tronto, il nuovo Parlamento insediatosi a Torino approvava l'articolo unico della Legge del 17 marzo 1861, che disponeva testualmente: "Vittorio Emanuele assume per sé e discendenti il titolo di Re d'Italia.".

Non era tanto l'Italia ad essere costituita quale nuovo Regno, bensì il Re di Sardegna a mutare il suo titolo in quello di Re d'Italia. D'altra parte, ciò costituiva il logico coronamento delle guerre condotte a fini espansionistici dallo Stato Sabaudo, nel 1859 contro l'Austria e nel 1860-61 contro il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio, ed i Piemontesi non si facevano certo scrupolo di nasconderlo.
Anzi, a sottolineare lo scopo di pura conquista territoriale che tali campagne avevano avuto, Vittorio Emanuele manteneva l'ordinale dinastico II, con il quale era asceso al trono di Sardegna nel 1849, succedendo a suo padre, il Re Carlo Alberto: chi ancora crede alla vulgata risorgimentale deve spiegarci come si fa a sostenere che nel 1861 sia veramente nato uno Stato Italiano, il cui primo sovrano è stato tuttavia il secondo di tal nome!


La prima Legislatura del Regno d'Italia ha numero...



Inoltre, la legislatura aperta a Torino il 18 febbraio 1861, venne qualificata come l'VIII, essendosi stabilito doversi proseguire l'ordine cronologico delle legislature del Parlamento Sardo, a partire dal 1848: anche sotto tale aspetto i celebratori del cosiddetto ccntocinquantenario dovrebbero quanto meno interrogarsi circa la pretesa nascita nel 1861 di un'Italia una, la cui prima legislatura è stata però... l'ottava! Una vicenda che richiama il tema della realtà soggettiva, magistralmente trattato da Pirandello in "Così è se vi pare".



La Capitale del Regno d'Italia è ...



La capitale fu naturalmente mantenuta a Torino, pur a fronte di un'articolazione territoriale ben diversa da quella caratterizzante il Regno di Sardegna fino al 1860.


Le leggi del Regno d'Italia sono ...

Lo Statuto Albertino del 1848 e l'intera legislazione sarda furono estesi a tutti i tenitori annessi, in assoluto spregio degli ordinamenti giuridici ivi esistenti.

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