In questo articolo di Sergio Attonito, viene affrontato con il massimo scrupolo un argomento di cui si sta molto discutendo in questi ultimi tempi: l'importanza nel mondo della Marina Borbonica (qui intesa come "Navy", come Marina Militare) al momento dell'impresa di Giuseppe Garibaldi; molti autori hanno rivalutato l'importanza della Marina Borbonica arrivando a porla addirittura al terzo posto tra le Marine Militari dell'epoca.
Come l'autore dell'articolo sottolinea, probabilmente non rende un buon servizio alla causa di chi cerca affannosamente la verità sulla reale situazione del Regno, essere poco precisi e troppo "ottimisti" nel proporre graduatorie di non semplice costruzione.
Come potrete leggere nell'articolo, la Marina Borbonica esce comunque fuori, dall'esame preciso e puntuale dell'autore, con un ottimo ranking , sicuramente inimmaginabile basandosi solo sui soliti documenti poco generosi nei confronti del Regno.
In calce all'articolo i nomi di tutte le navi della Marina Borbonica e la pianta organica.Da tempo tuttavia è in corso un serio processo di approfondimento, ad opera sopratutto di studiosi meridionali, che ha dato vita ad una storiografia "revisionistica" del Risorgimento i cui risultati approdano a conclusioni del tutto opposte: il Regno aveva un buon governo, la sua economia non era disastrata, il debito pubblico era inesistente, le sue istituzioni non erano tanto "arretrate" e le moderne tecnologie erano diffusamente presenti.
L’unità d’Italia, in questo contesto, viene vista come una conquista militare del Sud, le cui ricchezze furono in buona parte "depredate" dai Savoia, consentendo ai piemontesi di appianare la pesantissima situazione debitrice nei confronti delle banche inglesi.
Paradossalmente perfino la Lega Nord ha sposato queste tesi, con una serie di articoli pubblicati sulla Padania in relazione al 150° anno dell’unità, allo scopo implicito di dimostrare che anche i meridionali avrebbero da guadagnarci dal federalismo (o dalla secessione); se stavano tanto bene prima dei Savoia potranno star bene da soli anche oggi...
Alcuni dei primati tecnologici più spettacolari conseguiti dal regno delle Due Sicilie riguardano proprio la marina: prima nave a vapore nel Mediterraneo è il Ferdinando I (1818) realizzata a Napoli e il primo battello a vapore con propulsione ad elica del Mediterraneo è il Giglio delle Onde (1847). Importantissima la fabbrica metalmeccanica di Pietrarsa (1840), a cui si affiancava la scuola per macchinisti ferroviari e navali, con la quale si eliminò la dipendenza dai macchinisti inglesi. Ne emerge dunque l’immagine di una marina completamente difforme dall’idea che ne hanno dato note falsificazioni come quella dell’ordine “facite ammuina” che è già stato trattato su questo stesso sito.
1 Gran Bretagna
2 Francia
3 Stati Uniti d’America
4 Russia
5 Svezia e Norvegia (le due nazioni all’epoca erano un unico stato)
6 Spagna
7 Danimarca
8 Olanda
9 Regno delle Due Sicilie
10 Austria
11 Regno di Sardegna
12 Impero Ottomano
13 Portogallo.
Dunque la flotta militare si poneva al nono posto nel mondo, all’ottavo tra gli stati europei e dai dati parziali che ho esaminato sono convinto che quella mercantile occupasse una posizione similare; credo che si possa definire un piazzamento di tutto rispetto per uno stato così piccolo (e privo di colonie), e un primato di cui essere orgogliosi senza il bisogno di gonfiarne le cifre.
Come sarebbe cambiata questa classifica se non vi fosse stata l’unificazione italiana? Ben poco; una marina un tempo potente come quella danese di lì a breve sarebbe praticamente scomparsa, mentre il regno di Svezia e Norvegia si separerà in due stati distinti, ma al contempo la Germania e il Giappone costruiranno dal nulla in breve tempo flotte enormi. Ma questi erano altri mari: il problema per il Regno delle Due Sicilie sarebbe stato quello di ammodernare rapidamente la flotta per contrastare il rapido sviluppo della nascente marina del Regno di Sardegna.
Sergio Attonito
ALLEGATI
Dalla lettera del 1851 di William Ewart Gladstone a Lord Aberdeen Primo Ministro: il governo borbonico rappresenta l'incessante, deliberata violazione di ogni diritto; l'assoluta persecuzione delle virtù congiunta all'intelligenza, fatta in guisa da colpire intere classi di cittadini, la perfetta prostituzione della magistratura, come udii spessissimo volte ripetere; la negazione di Dio, la sovversione d'ogni idea morale e sociale eretta a sistema di governo.
Cronistoria delle unità da guerra delle Marine Preunitarie di Lamberto Radogna edito dall’Ufficio Storico della Marina Militare – Roma 1981 (dal testo sono state tratte le immagini a corredo dell’articolo)
Navies of the World, their present state, and future capabilities. By Hans Busk – published by Routledge, Warnes and Routledge - London 1859 (vedi il testo su Google books)
Conway's All the World's Fighting Ships, 1860-1905 – By Robert Gardimer - US Naval Institute Press (December 1979)
I criteri:
Risulta molto difficile stilare una graduatoria delle Marine Militari dell'epoca.
Per secoli le flotte da guerra erano state composte da navi a vela armate di cannoni ad anima liscia, disposti lungo le fiancate su più ponti, ma dal 1807 era iniziata l’era della navigazione a vapore; le navi furono inizialmente mosse da grandi ruote laterali e poi da eliche.
Nello steso periodo anche i cannoni subirono una forte evoluzione iniziata con i cannoni Paixhans e culminata nell’avvento dei cannoni rigati, infine nel 1859 la Francia varò La Gloire, la prima nave corazzata, e la Gran Bretagna l’anno dopo varò il Warrior, prima nave con lo scafo interamente in ferro rendendo di colpo obsoleti i vascelli da guerra. A causa di questa rapida evoluzione tutte le flotte nel 1860 erano composte da uno strano miscuglio di navi a vela, a ruote e a elica, armate di cannoni a anima liscia o rigati.
Una graduatoria che tenga conto di tutti questi fattori, ponderandoli, risulta di non semplice realizzazione. La graduatoria è pertanto stata stilata tenendo conto del numero complessivo delle navi da guerra.
Gran Bretagna (dati da Conway)
|
Vela |
Ruote |
Elica |
Vascelli a tre ponti |
|
|
16 |
Vascelli a due ponti |
10 |
|
37 |
Fregate |
5 |
16 |
28 |
Corvette |
5 |
|
22 |
Avvisi |
|
36 |
26 |
Brigantini |
|
|
|
Francia Conway (dati da Conway)
|
Vela |
Ruote |
Elica |
Vascelli a tre ponti |
3 |
|
6 |
Vascelli a due ponti |
5 |
|
30 |
Fregate |
27 |
18 |
15 |
Corvette |
12 |
14 |
13 |
Avvisi |
|
37 |
15 |
Brigantini |
22 |
|
|
Russia (dati da Conway)
|
Vela |
Ruote |
Elica |
Vascelli a tre ponti |
9 |
|
3 |
Vascelli a due ponti |
|
|
6 |
Fregate |
5 |
7 |
7 |
Corvette |
4 |
|
18 |
Avvisi |
|
|
8 |
Brigantini |
|
|
|
Stati Uniti d’America (dati da Conway)
|
Vela |
Ruote |
Elica |
Vascelli a tre ponti |
6 |
|
|
Fregate |
12 |
|
6 |
Corvette |
3 |
4 |
3 |
Avvisi |
|
2 |
10 |
Brigantini |
3 |
|
|
Svezia e Norvegia (dati da Busk)
|
Vela |
Ruote |
Elica |
Vascelli a due ponti |
5 |
|
2 |
Fregate |
6 |
|
2 |
Corvette |
6 |
|
4 |
Avvisi |
|
|
|
Brigantini |
2 |
|
|
Spagna (dati da Conway)
|
Vela |
Ruote |
Elica |
Vascelli a due ponti |
2 |
|
|
Fregate |
4 |
3 |
3 |
Corvette |
4 |
8 |
|
Avvisi |
|
18 |
5 |
Brigantini |
9 |
|
|
Danimarca (dati da Busk)
|
Vela |
Ruote |
Elica |
Vascelli a due ponti |
3 |
|
1 |
Fregate |
6 |
|
3 |
Corvette |
4 |
|
3 |
Avvisi |
|
8 |
|
Brigantini |
4 |
|
|
Olanda (dati da Busk)
|
Vela |
Ruote |
Elica |
Vascelli a due ponti |
2 |
|
|
Fregate |
12 |
|
3 |
Corvette |
5 |
|
5 |
Avvisi |
|
|
10 |
Brigantini |
7 |
|
|
Regno delle Due Sicilie (dati da Radogna)
|
Vela |
Ruote |
Elica |
Vascelli a tre ponti |
|
|
1 |
Fregate |
3 |
10 |
1 |
Corvette |
1 |
2 |
|
Avvisi |
|
11 |
|
Brigantini |
5 |
|
|
Austria (dati da Conway)
|
Vela |
Ruote |
Elica |
Vascelli a tre ponti |
|
|
1 |
Fregate |
2 |
|
3 |
Corvette |
|
|
3 |
Avvisi |
3 |
12 |
|
Brigantini |
4 |
|
|
Regno di Sardegna Radogna
|
Vela |
Ruote |
Elica |
Vascelli a due ponti |
|
|
|
Fregate |
1 |
2 |
4 |
Corvette |
4 |
3 |
|
Avvisi |
|
4 |
|
Brigantini |
4 |
|
|
Impero Ottomano (dati da Conway)
|
Vela |
Ruote |
Elica |
Vascelli a due ponti |
7 |
|
|
Fregate |
6 |
|
|
Corvette |
4 |
|
|
Avvisi |
|
|
|
Brigantini |
|
|
|
Portogallo (dati da Conway)
|
Vela |
Ruote |
Elica |
Vascelli a due ponti |
1 |
|
|
Fregate |
2 |
|
2 |
Corvette |
3 |
|
1 |
Avvisi |
|
|
|
Brigantini |
2 |
|
|
Di seguito i nomi delle navi della marina borbonica con l’anno del varo:
Vascelli: Monarca 1850 in trasformazione da vela a elica (c’era anche un altro vascello a vela, il Vesuvio, in disarmo)
Fregate a Vela: Amalia 1812, Partenope 1834, Regina 1840 (la Isabella era in disarmo)
Fregate a Ruote: Archimede 1844, Ercole 1843, Fieramosca 1850, Fulminante 1848, Guiscardo 1843, Roberto 1844, Ruggiero 1843, Sannita 1846, Tancredi 1843, Veloce 1848.
Fregate a Elica: Borbone 1860.
Corvette a Vela: Cristina 1812
Corvette a Ruote: Aquila 1841, Stromboli 1844.
Avvisi a Ruote: Antelope 1843, Delfino 1843, Ferdinando II 1834, Maria Teresa 1842, Messagiero 1850, Miseno 1844, Palinuro 1844, Peloro 1842, Rondine 1843, Saetta 1850, Sirena 1859.
Brigantini a Vela: Generoso 1840, Intrepido 1840, Principe Carlo 1828, Valoroso1837, Zeffiro 1837.
La Marina borbonica: la pianta organica
Nel giugno del 1860 Francesco II stabilì la nuova pianta organica degli Ufficiali Superiori della Real Marina con 2 Vice Ammiragli, 6 Retro ammiragli e 8 Brigadieri. Vi erano inoltre 124 Ufficiali del Corpo di Guerra attivi e 26 sedentanei, 19 del Genio marittimo, 12 del Genio idraulico con 16 sottufficiali e comuni, 42 del Corpo telegrafico con 468 sottufficiali e comuni, 6 del Parco artiglieria con 75 sottufficiali e comuni, 61 del Corpo cannonieri e marinai con 2193 sottufficiali e comuni, 34 del reggimento Real Marina con 1296 sottufficiali e comuni, 64 del Corpo amministrativo con 16 sottufficiali, 48 Chirurghi naviganti, 24 Cappellani naviganti, 120 Piloti, 134 Macchinisti, 208 Bassi ufficiali di mare, 235 maestranze di arsenale, 1176 marinai e cannonieri di “pianta fissa”, 24 Medici cerusici con 29 sottufficiali e comuni del ramo ospedali.
Ministro della Marina dal 27 giugno 1860 era il Vice Ammiraglio Francesco Saverio Garofalo.