Ruud Krol
La copertina del libro 101 motivi per tifare il Napoli
Ruud Krol, il fantastico libero di quel Napoli che sfiorò lo scudetto nel Campionato 1980-81, è uno dei tanti miti della squadra azzurra descritti in un simpaticissimo libro, dal titolo accattivante,
101 motivi per tifare il Napoli.
L'autore è Pietro Valentino, l'editore la Newton Compton Editori.
Il magico Ruud Krol rappresenta, per la precisione, il motivo numero 29 dei 101 per tifare Napoli.
Buona lettura!
(
Pietro Valentino, “101 motivi per tifare il Napoli” - © 2010 Newton Compton Editori )
Perché lo stadio adorava Krol e lui ringraziava sempre con un bacio
Per dare un’idea dell’amore che i tifosi napoletani, anzi, che l’intera città di Napoli nutriva per questo ragazzone olandese timido ed elegante, basta ricordare uno slogan elettorale che circolava durante il referendum del 1981: «Tifoso che voti per l’aborto, pensaci. E se la mamma di Krol avesse abortito?».
Ruud Krol – all’anagrafe Rudolf Joseph Krol – nacque ad Amsterdam il 24 marzo 1949; il mondo calcistico lo ricorderà soprattutto come difensore della nazionale olandese ai tempi di Johan Cruijff, uno dei grandi protagonisti di quella squadra tanto bella quanto sfortunata che, grazie al calcio totale, arrivò alla finale dei Mondiali del 1974. Sconfitta dalla cinica Germania (allora Germania Ovest), rivoluzionò non poco il modo di giocare al calcio in Europa. E questo lungagnone, vero principe della difesa (Bruno Pizzul, quando pronunciava il suo nome, diceva: «Sua Maestà Krol»), fu uno dei protagonisti di questa epopea.
Il Ruud Krol in maglia azzurra
Lasciato l’Ajax Ruud approdò in Canada, nei Vancouver Whitecaps, e da lì nel 1980 venne prelevato dal Napoli a trentun anni suonati. «È alla frutta, è il canto del cigno, è un errore d’inesperienza del giovane direttore generale Totonno Juliano» – queste le parole che più o meno tutti “i tecnici” all’italiana pronunciarono all’annuncio dell’acquisto di un campione che aveva giocato con Re Johan I, ossia il Pelé bianco Johan Cruijff, e Re Johan II, ossia Johan Neeskens. La domanda era lecita: per quale motivo Ruud Krol veniva a Napoli? La risposta è semplice: i soldi. Ma i soldi non solo non danno la felicità, ma non spiegano neanche certe alchimie, come quella che legò l’olandese a un popolo rumoroso e passionale.
Durante la sua permanenza a Napoli, Krol conquistò l’affetto, anzi l’amore dei tifosi prima di tutto grazie alla sua tecnica sopraffina che gli permetteva di comandare saldamente la difesa e di impostare le azioni di attacco con lanci lunghissimi e di estrema precisione. Immaginate un Baresi, ma più elegante e molto più corretto, tranquillo e pulito negli interventi, che usciva dall’area, alzava un attimo la testa ed effettuava lanci di 50/60 metri che ti facevano venire i brividi, accompagnati da un oooh interminabile di tutto il San Paolo, con il pallone che finiva sui piedi dell’ala incredula. Pellegrini, primo beneficiario dei cross, non era certo Careca, ma grazie a queste pennellate di rara eleganza si fece un nome come goleador. Ma la tecnica da sola non spiega la passione: grazie al suo apporto la squadra azzurra conobbe un buon periodo culminato nella stagione 1980/81 con un terzo posto in classifica. Krol rimase a Napoli per ben 4 anni, conditi da un terzo e un quarto posto e da ben 107 presenze ed un gol in campionato. Ma quello che i napoletani non dimenticheranno mai, quello che si racconta ancora ai giovani tifosi, è la sua eleganza di uomo, quella dolcezza che ha fatto perdere la testa a più di una napoletana: nelle sere d’estate le ragazze si affollavano davanti alle discoteche solo per poterlo vedere.