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Questi fantasmi di Massimo Ranieri



Finalmente, con un ritardo di oltre sei mesi sulla tabella di marcia, la Rai TV ci concede di nuovo il teatro di Eduardo.
E’ appena terminata su Rai 1 la terza commedia del ciclo di Massimo Ranieri sul grande Maestro napoletano, ”Questi fantasmi”, rivisitata e corretta , cioè diretta e interpretata da un rispettoso napoletano verace: Massimo Ranieri. Questa volta è toccato a “Questi Fantasmi” altra opera ben nota al gran pubblico che però la ricorda ancora con l’interpretazione dell’Autore nella versione TV del 1962.
Rispetto al piano dell’opera, preventivato ormai due anni or sono da Massimo Ranieri e dalla direzione della Rai TV, sono in parte cambiate le carte in tavola, infatti coprotagonista accanto a Massimo Ranieri era stata annunciata Bianca Guaccero: questa sera invece, nel ruolo di Maria, la protagonista femminile di “Questi Fantasmi” abbiamo potuto ammirare Donatella Finocchiaro, giovane attrice siciliana di buon talento che abbiamo più volte notato al cimema diretta da solidi registi e che ha un parterre teatrale di tutto rispetto alle spalle.
Occorre dire che in questa serata di Teatro Televisivo, la Sicilia ha spadroneggiato sul palcoscenico di “Questi fantasmi” con la presenza anche di Gianfranco Jannuzzo nel ruolo del rivale di Massimo Ranieri, nell’amore per Maria. Finalmente con “Questi Fantasmi”, in questa carrellata Eduardiana in tandem con la RAI TV, Massimo Ranieri ha avuto modo di confrontarsi con un personaggio complesso e ambiguo come quello di Pasquale Loiacono. Spesse volte, soprattutto quando si parlava molto di Eduardo e del suo teatro, gli venivano mosse delle critiche accusandolo di avere troppa vicinanza alle opere di Pirandello. Ecco, se vogliamo, “Questi Fantasmi”, a mio parere, è la commedia eduardiana più vicina alla poetica del Maestro siciliano. Pasquale Loiacono, protagonista di “Questi Fantasmi” infatti, contiene in sé tutta la duplicità dei personaggi di Pirandello.
Essere e apparire: ma Pasquale Loiacono lo è o ci fa? Occorre tener presente che tra i due autori, nonostante l’appartenenza geografica al medesimo Regno Delle Due Sicilie, vi è di mezzo una differenza regionale. L’astrazione tipica delle opere di Pirandello, sicilianissima, e che lo accomuna ad altri autori siciliani, non è nelle corde della poetica di Eduardo che vuole sempre rimanere nella realtà, nella schiettezza, nell’essere insomma, decisamente un carattere partenopeo. Eduardo in “Questi Fantasmi” per la prima volta sembra “giocare” con la realtà, ma lo fa solo nei termini in cui la vita, quella vera, quotidianamente gioca con noi. Ecco così che Pasquale Loiacono/Massimo Ranieri grida dal balcone, con una voce che vuole essere sicura ma che non lo è troppo “I Fantasmi siamo noi!”.
Che dire dell’interpretazione di Massimo Ranieri di questa sera? Bella e intensa, Pasquale ha tutti i colori che il suo autore gli ha concesso e l’interpretazione di Massimo Ranieri li presenta vividi e umani, meno duri di come Il Maestro ci aveva abituato nelle sue interpretazioni.
Accanto a lui Donatella Finocchiaro ha dato un’ottima e misurata prova in un ruolo difficile, incasellato tra l’ambiguità e il pregiudizio anche nella percezione del fruitore. Gianfranco Jannuzzo ha colorito di sfumature siciliane l’ardore amoroso di Alfredo ed Enzo De Caro ha rinvigorito il personaggio di Gastone rilevandolo dallo sfondo. Ancora una presenza di spessore interpretativo, nella rappresentazione di questa sera, ha saputo esaltare il non facile testo di Eduardo (una vera insidia per gli attori a causa dei funambolismi di ambiguità della scrittura), quella di Pietro Lama interprete impeccabile nel ruolo di Raffaele, “anima “nera” della commedia che, già nella scrittura di Eduardo, conquista lo spettatore. L’attore, a dispetto di un fisico minuto che, a tutta prima, lascia spaesati, poiché l’aggressività del personaggio ben si sposa con un fisico possente, rende tutte le sfumature richieste al personaggio, asciugandolo da ogni compiacimento virtuosistico, rendendolo con una recitazione ”monda” che sarebbe piaciuta al Maestro e che pone l’attore all’evidenza di un pubblico attento, non necessariamente partenopeo.
Su quest’insieme magistrale, bellissime scene hanno contenuto le azioni degli attori e l’opera di regista avocata da Massimo Ranieri si è svolta con efficacia, e su tutto, amalgamando e dando un considerevole e giusto omaggio anche all’Autore, le musiche, suggerite dalla recitazione diretta di alcune parti del testo da Ranieri e che siglano, con forza paganiniana, questa terza prova diteatro televisivo di Massimo Ranieri.

Emanuela Catalano, artemanuela.it


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