Da qui puoi andare direttamente al contenuto principale

tre foto della campania e logo quicampania
icona per aumentare la dimensione dei caratteriicona per diminuire la dimensione dei caratteri

Il Palamaggiò



Che storia quella del Palamaggiò di Caserta! A parte il mito proprio di un impianto che ha ospitato alcuni degli eventi sportivi più significativi degli ultimi 25 anni, il Palamaggiò di Caserta rappresenta un vero miracolo per i tempi impiegati per costruirlo: solo 100 giorni!
Ma allora anche nel Sud, anche in Campania, si può...?

Ci parla del Palamaggiò Francesco Padula.



Le imprese di una squadra, di una società, hanno bisogno di una casa che possa ospitare chi ha voglia di scrivere la storia, chi ha voglia che il nome di quella squadra, il suo prestigio, i suoi successi, risiedano in un posto che li possa accogliere.

Il cavaliere del lavoro Giovanni Maggiò Il cavaliere del lavoro Giovanni Maggiò, al quale si deve il miracolo della costruzione del Palamaggiò
La Juve Caserta, dopo un'innumerevole serie di spareggi per la promozione in serie B persi su vari campi d'Italia, vive una svolta nel 1971, a venti anni esatti dalla nascita, quando viene rilevata da un industriale appassionato e lungimirante, il cavaliere del lavoro Giovanni Maggiò.
Non è un caso che nel primo torneo della nuova gestione, un campionato di serie C per l'appunto, la squadra centrò subito la promozione alla serie superiore con ben ventuno vittorie in ventidue partite, grazie all'apporto di un gruppo di giovani locali e alla presenza di due miti della pallacanestro italiana, Giovanni Gavagnin e Remo Maggetti, protagonisti della grande epoca dell'Ignis Varese, e, successivamente, nella stagione 1974/1975, della tanto agognata promozione in serie A. Contemporaneamente al programma di potenziamento della squadra, al reclutamento e addestramento di giovani locali (favorendo la nascita cestistica di atleti che avrebbero, poi, avuto un ruolo da indiscussi protagonisti nella pallacanestro italiana ed europea), il cavalier Maggiò svolgeva anche e soprattutto un'efficace azione sociale, tenendo conto delle tradizionali carenze delle città del Mezzogiorno d'Italia.
I problemi connessi alla mancanza di un idoneo impianto sportivo (all'epoca si giocava nel Palazzetto dello sport sito in viale Medaglie d'oro a Caserta e tuttora funzionante) determinarono la seconda svolta del basket casertano. Nel 1982, in solo 100 giorni, su un terreno sito a Castel Morrone, al centro di un hinterland di oltre 300.000 abitanti, venne realizzato un impianto sportivo capace di ospitare 6.387 persone a sedere, con annesse palestre e uffici, l'attuale Palamaggiò, ritenuto ancora oggi tra i più belli, funzionali e, soprattutto, sicuri impianti sportivi d'Italia e d'Europa.
L'impianto del Palamaggiò visto dall'alto; a giudicare dal numero delle  auto, si tratta sicuramente di una partita importante L'impianto del Palamaggiò visto dall'alto; a giudicare dalle auto, si tratta sicuramente di una partita importante!
Il Palamaggiò è la casa della Juve Caserta da ventotto anni, ha vissuto le più grandi imprese sportive della società casertana, come le finali scudetto con Milano, nel 1986 ha ospitato la finale della Coppe delle Coppe tra il Barcellona e la Scavolini Pesaro ma, soprattutto, ha visto le gesta di Oscar, di Gentile, Esposito, Dell'Agnello, Schakleford, Frank e tutta quella generazione di campioni che, tra la metà degli anni '80 e gli inizi degli anni '90, ha fatto innamorare ed esaltare un'intera città e non solo.
Ma, come ogni storia che si rispetti, ci sono anche i momenti brutti a caratterizzare un cammino. E' l'estate del 1998: la storia della Juve Caserta termina quando la società decide di ritirarsi dai campionati di basket, non riuscendo più a far fronte agli oneri di gestione dell'impianto sportivo e della società cestistica, una rinuncia dolorosa che lascia un vuoto immenso; quel palazzetto bellissimo, il Palamaggiò, che trasudava passione da ogni singolo posto, abbandona i fasti di un tempo, quelli che hanno reso grande una città agli occhi di tutti gli sportivi, tornando a ospitare campionati minori. Ma chi vuole scrivere la storia non si ferma davanti agli ostacoli, la normalità e l'eccellenza sono separate da un muro, se si ha la forza di superarlo si possono alzare gli occhi, guardare la luce e pensare di non avere più confini. Rosario Caputo, imprenditore partenopeo presidente della IBG, azienda che imbottiglia e commercializza annualmente 120 milioni di litri di bevande (Pepsi Cola, Gatorade e Chinotto Neri), rileva la società dalle ceneri, la riporta in serie A dopo quattordici anni di lungo calvario e fa ritornare il basket che conta nell'impianto dei 100 giorni, perché la Juve Caserta, nella stagione 2009/2010, torna a disputare una semifinale scudetto, persa dopo cinque incredibili partite contro Milano, ritorna a disputare una coppa europea.
Il Palamaggiò è quindi tornato, è tornata la "Reggia del Basket", è tornata l'immensa passione, i riflettori si sono riaccesi!

Oltre a manifestazioni cestistiche di ogni genere (anche i famosissimi Harlem Globe Trotters si sono esibiti qui nel maggio del 2010), il Palamaggiò ha ospitato, nel 2003, il 3° campionato Europeo di Futsal (in gergo calcio a 5), che ha visto l'unica vittoria dell'Italia in una competizione europea organizzata dalla UEFA; è stato poi un teatro per concerti e spettacoli di artisti italiani e internazionali del calibro di Bruce Springsteen, Vasco Rossi, Luciano Ligabue, Renato Zero, Claudio Baglioni e i Pooh.

INVIACI UN COMMENTO

Aspettiamo i tuoi suggerimenti, le tue critiche, i tuoi commenti!


SEGNALA AD UN AMICO

Se il sito o un articolo ti sono piaciuti, perchè non dirlo ad un amico?